Istat: il 26,8% dei giovani in Italia è a rischio povertà

di Ciro Antignani
Secondo l’ultima istantanea dell’Istat, cresce in Italia l’allarme povertà per i giovani. Tra gli under 35 più di uno su quattro è a "rischio di povertà". (Redazione

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Per i giovani che "nel nostro Paese hanno serie difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro e che spesso svolgono occupazioni dalle forme atipiche, i vincoli di bilancio - ha osservato l'Istituto - possono essere così importanti da ritardare fortemente l'autonomia economica e abitativa dalla famiglia di origine, a scapito dei progetti di vita individuali".Il 28,6% dei giovani che vivono soli risulta, infatti, a "rischio di povertà" contro il 19,4% del totale delle persone residenti in Italia. Questi stessi vincoli possono inoltre esporre al rischio di povertà, deprivazione e disagio abitativo anche quanti si trovino con figli piccoli già nella prima fase del ciclo di vita familiare. Il 13,4% dei giovani che vivono in coppia come genitori sperimenta nel 2014 una condizione di grave deprivazione materiale, contro l'11,6% osservato sul totale della popolazione.

Ai giovani, come al resto della popolazione, il sistema di protezione sociale eroga pensioni in caso di sopraggiunta invalidità. Sono circa 3 mila seicento i giovani che in Italia percepiscono una pensione di invalidità: lo 0,3% sul totale dei pensionati. Nonostante le difficoltà oggettive riscontrate sotto il profilo economico, nel 2014 è alto il punteggio che i giovani danno alla soddisfazione per la vita nel complesso: su una scala da 0 a 10, esprime un punteggio da 8 a 10 il 37,8% dei 20-24enni, contro il 35,4% della popolazione con almeno 14 anni. È bassa però la fiducia che ripongono nel prossimo: sempre nel 2014, appena il 22,6% dei 20-24enni ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia, mentre il 73,8% dichiara che si debba stare molto attenti agli altri e appena il 56,1% pensa che la propria situazione migliorerà nei prossimi 5 anni.

"I giovani - ha osservato l'Istituto - rappresentano anche la parte di popolazione più mobile da un punto di vista territoriale; i flussi di ingresso nel nostro Paese contribuiscono infatti alla crescita numerica di questa fascia d'età. Al contempo, però, si osserva un'accresciuta propensione dei giovani residenti in Italia a emigrare". Fra i giovani di 15-34 anni il tasso di occupazione è pari, nel 2015, al 39,2% (56,3% nella classe di età 15-64), quello di disoccupazione al 23,2% (12,1% nella classe 15-64) mentre il tasso di mancata partecipazione al mercato del lavoro si attesta al 36,1% (22,8% tra i 15-64enni).

Fonte www.pensionioggi.it