PA e Terzo Settore: una sentenza del Consiglio di Stato mette a rischio la collaborazione

di Feliciana Farnese

Per Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore, il parere del Consiglio di Stato sembra riflettere l’idea che il welfare sia “un’attività economica come le altre e quindi da sottoporre alle regole del mercato”

Sentenza Consiglio di Stato

(Adnkronos/Labitalia) - ''Il mondo del Terzo settore, l'associazionismo, il volontariato, la cooperazione sociale non possono essere messi sullo stesso piano dell'impresa privata e quindi essere sottoposti, nelle loro relazioni con gli enti locali, a una logica di mercato basata solo sulla concorrenza".

È quanto dichiarato da Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore che commenta così un recente parere che il Consiglio di Stato ha dato su un quesito sottopostogli dall'Anac.      

Un parere che "sembra mettere in discussione la portata della nuova normativa, con il rischio di ridurre la relazione tra il Terzo settore e la Pubblica amministrazione alla fornitura di servizi su un regime quasi esclusivamente concorrenziale e competitivo”. Nel parere, in pratica, si ritiene che il welfare sia “un’attività economica come le altre e quindi da sottoporre alle regole del mercato".    

Un orientamento "che rischia di rimettere in discussione tante esperienze di coprogrammazione e co-progettazione che Comuni e Regioni avevano e hanno messo in piedi in questi anni”. Strumenti che il nuovo Codice del Terzo settore ha ora rafforzato ed esteso.

“Impostazioni che ci preoccupano molto - spiega la Fiaschi - perché il parere del Consiglio di Stato sottovaluta la portata delle prassi collaborative già in atto da molti anni tra le istituzioni pubbliche, soprattutto Regioni ed Enti locali, e l'associazionismo, il volontariato, la cooperazione sociale. Una collaborazione che ha prodotto risultati importanti in termini di coesione sociale e qualità delle azioni”.

Il Forum del Terzo settore fa notare come, nonostante un parere del Consiglio di Stato non possa abrogare una legge, c'è il rischio che molti Enti locali siano messi in difficoltà al momento della scelta di quale strada seguire. Il pericolo, insomm,a è che pur indirettamente sia fermata quella prassi collaborativa tra le istituzioni pubbliche e il Terzo settore fondata sulla comune finalità volta al perseguimento dell'interesse generale della comunità, che in questo modo dà piena attuazione al principio di sussidiarietà sancito dall'articolo 118 della Costituzione.    

''Esperienze che – avverte la Fiaschi – andrebbero rafforzate e sistematizzate nell'interesse delle nostre comunità. È necessario mettere a punto strumenti e procedure operative capaci di salvaguardare l'apporto caratteristico e sussidiario del Terzo settore in termini di innovazione sociale e coesione sociale, nel rispetto dei principi di trasparenza amministrativa e di evidenza pubblica delle pubbliche amministrazioni".      

"Riconfermiamo – conclude – come Forum del Terzo settore la disponibilità ad un lavoro comune con tutti gli interlocutori istituzionali per dotarci di un impianto di norme, strumenti e procedure, solido e coerente con le direttive europee e nazionali, ma capace di valorizzare il patrimonio di partecipazione civile del terzo settore".