Istruzione: Istat, Italia al penultimo posto nell'UE per quota giovani laureati

di Redazione
Fanalino di coda giovani laureati, solo Romania peggio
 
giovani laureati ''Il sistema educativo di un paese, e la sua capacità di fornire forza di lavoro qualificata, sono fattori essenziali per la crescita economica''. Politiche per l'istruzione ben congegnate sono risultate ''essenziali per il superamento di fasi di crisi o rallentamento''. ''Lo svantaggio dell'Italia rispetto al resto dell'Europa è marcato''. Lo afferma l'Istat, nel corso dell'audizione in commissione Bilancio alla Camera, sulle priorità nell'utilizzo del recovery fund.
 
La mancanza di opportunità educative, osserva l'Istituto, ''riduce la probabilità di riuscire a sottrarsi a una condizione di disagio economico, poiché una bassa istruzione implica una maggiore difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro''. La strategia Europa 2020, ricorda l'Istat, individuava tra i target per l'istruzione l'innalzamento della quota di 30-34enni in possesso di un titolo di studio terziario (con un obiettivo pari al 40%), considerato un elemento fondamentale per una ''società della conoscenza''.

Nel 2019, in Italia, la quota di giovani laureati è del 27,6% mentre l'Unione Europea nel suo complesso e grandi paesi come la Francia e la Spagna hanno già superato il target previsto.

''L'Italia resta al penultimo posto nell'Ue, sopra la Romania''. Bisogna sottolineare che la bassa quota di giovani con un titolo terziario risente anche della ''limitata disponibilità di corsi terziari di ciclo breve professionalizzanti''.

L'Istat osserva, tuttavia, che le prospettive occupazionali dei giovani laureati sono, in Italia, ''relativamente più deboli rispetto ai valori medi europei: la quota degli occupati tra i 30- 34enni laureati non raggiunge l'80% (78,9%) contro un valore medio nella Ue dell'87,7%''. Secondo la classifica riportata dall'Istituto nel 2019, il tasso di occupazione della popolazione laureata (25- 64 anni) raggiunge il livello più alto per l'area medico-sanitaria e farmaceutica (86,8%), seguono le lauree nell'ambito Stem (83,6%), quelle dell'area socioeconomica e giuridica (81,2%) ed infine i titoli dell'area umanistica e servizi (76,7%).

(Fonte articolo: Adnkronos - fonte foto: Econopoly)