La Repubblica Argentina celebra il suo bicentenario
Celebrazioni in pompa magna per i duecento anni dalla dichiarazione d’indipendenza dalla corona spagnola. Spettacoli, mostre e tanto tango, fuori e dentro la repubblica sudamericana, per festeggiare degnamente l’importante anniversario (di Andrea Pellegrino)
Folclore e tango per il “popolino”, balletto e opera per la classe medio-alta che non ama il peronismo progressista di Cristina Fernandez e di suo marito e predecessore alla Casa Rosada Nestor Kirchner. Il risultato è stato però nel complesso grandioso. Una colossale ed entusiastica partecipazione, con diversi milioni di persone nelle piazze centrali di moltissime città del paese, è stata la caratteristica dei quattro giorni in cui l'Argentina ha celebrato il Bicentenario della sua indipendenza. Al culmine delle celebrazioni organizzate in pompa magna per festeggiare il Bicentenario, l’intervento della “Presidenta” Cristina Fernandez de Kirchner che ha avuto come parole chiave ottimismo e unità nazionale, ha mirato a sgombrare il campo da polemiche e nostalgie per gli ormai lontani fasti di inizio novecento.
«In questi 200 anni che l’Argentina si accinge a celebrare – ha detto nel suo intervento la Presidenta Fernandez – abbiamo fatto molti progressi e stiamo meglio di 100 anni fa. Molto meglio di 100 anni fa.» Ad ascoltarla in tribuna d’onore c’era, insieme al presidente venezuelano Hugo Chavez, un parterre di altri sei presidenti sudamericani giunti a Buenos Aires per l’occasione. Sempre in occasione del Bicentenario, i portegni hanno potuto salutare e festeggiare la riapertura dello storico Teatro Colon chiuso da anni per ristrutturazione. La festa per celebrare l’indipendenza si è poi spostata per le vie della città: centinaia gli spettacoli che hanno commemorato tappe e progressi, da quel 25 maggio 1810, che marcò il via all’emancipazione dal dominio coloniale borbonico. Ovunque, fuochi d’artificio e roghi simbolici che hanno illuminato la capitale argentina e richiamato in strada tantissimi portegni. Per celebrare il Bicentenario il governo ha messo in moto un'operazione mediatica improntata fortemente sul patriottismo e sull’unità nazionale.
Uno spot trasmesso a tambur battente mostra una serie di argentini famosi in tutto il mondo, dai padri della patria San Martin e Belgrano ai premi Nobel Leloir e Millstein, da Borges al cardiochirurgo René Favaloro, da Ernesto Che Guevara alla compianta cantante Mercedes Sosa. «Siamo stati capaci - recita una voce fuori campo - siamo ancora capaci di fare grande cose». Parate e festeggiamenti in pompa magna promossi, con un occhio alle prossime elezioni presidenziali del 2010, anche per tentare un ultimo assalto alle simpatie del popolo argentino che non più di tre anni fa ha eletto la Fernandez alla Presidenza della Repubblica con la mente rivolta al marito Kirchner che le aveva ceduto il passo e che forse l’anno prossimo vorrà riprendersi la posizione lasciata. Molte le iniziative promosse anche in giro per il mondo in occasione della commemorazione del “Primer Gobierno Patrio - 1810-2010”. Tantissime quelle organizzate in Italia, nazione fortemente legata alla Repubblica Sudamericana. Spettacolo suggestivo quello organizzato a Roma in vista delle celebrazioni del bicentenario dell'indipendenza dell'Argentina.
Alla mezzanotte italiana del 25 maggio, a 200 anni dal 25 maggio del 1810, la data storicamente indicata dai calendari per la fine della colonizzazione spagnola, sono state proiettate sul Colosseo immagini luminose raffiguranti i simboli della Repubblica Argentina, della Repubblica Italiana, e alcune immagini turistiche dello Stato sudamericano. L'evento è stato realizzato in collaborazione col Comune di Roma e del ministero degli Esteri. Legame culturale quello che unisce l’Italia all’Argentina ma non solo. Appartengono ai libri di storia oltre che ai ricordi di molti album di famiglia, le tantissime ondate migratorie che hanno visto partire migliaia di italiani verso le promettenti ed accoglienti terre argentine. Non a caso, durante la seduta della Camera dei Deputati del 25 maggio il Presidente di turno dell'Assemblea, l’On.le Rosy Bindi ha indirizzato «un caloroso saluto ed esprimere i più vivi voti augurali della Camera dei deputati all'ambasciatore di Argentina Norma Nascimbene de Dumont, che è in tribuna, accompagnata dal Presidente Fini, dal presidente del gruppo di amicizia bilaterale senatore Zanda e da alcuni collaboratori dell'ambasciata, in occasione della celebrazione del duecentesimo anniversario della Rivoluzione di maggio, che aprì la strada al processo di indipendenza e alla nascita dello Stato argentino.»
Parole alle quali è seguito applauso dell’Assemblea, a cui si sono associati i membri del Governo presenti in aula. «In duecento anni di storia – ha continuato il Presidente di turno della Camera - le opportunità offerte dall'Argentina hanno attirato migliaia di italiani che, grazie anche allo spirito di generosità e all'apertura con cui sono stati accolti, sono divenuti parte integrante della società contribuendo all'identità stessa del Paese. La loro integrazione nella realtà argentina nel mantenimento dei legami con l'Italia, così come i profondi sentimenti di amicizia fra le nostre Assemblee parlamentari, è significativamente testimoniata anche dai ben 93 parlamentari argentini di origine italiana attualmente in carica e dai 4 parlamentari italiani eletti all'estero, due deputati e due senatori, provenienti dall'Argentina.»