“London River”: il nuovo film di Rachid Bouchareb racconta gli attentati alla metropolitana di Londra del 2005

di Simone Scarpati

Il regista Bouchareb racconta la storia di un padre (musulmano) ed una madre (cristiana protestante) alla ricerca dei loro figli scomparsi in seguito all’attentato alla metropolitana londinese. La tragedia comune sarà l’occasione che permetterà loro di conoscersi e di capire che il “diverso” non è necessariamente da temere o combattere. (Simone Scarpati)

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Il 7 luglio 2005, tra le nove e le dieci del mattino, quattro ordigni colpiscono il sistema dei trasporti di Londra, proprio mentre è in corso il G8. Cinquantadue sono le vittime degli attentati; circa settecento i feriti. È proprio da questo episodio che prende il via la nuova pellicola del regista parigino/algerino Rachid Bouchareb, “London River”. Il film, infatti, segue le vicende della signora Sommers e di Ousmane che, una volta appresa la notizia del disastro, partono alla volta della capitale britannica temendo che i loro figli, che vivono e studiano a Londra, possano essere incappati nell’attentato.

Tuttavia il film non è solo la mera ricostruzione dei fatti che fanno seguito agli attentati del 2005. Bouchareb prende a pretesto il tragico evento per parlare di dialogo interculturale, della conoscenza del “diverso”. I due protagonisti, infatti -intrepretati da Brenda Blethyn e Sotigui Kouyaté- provengono da contesti sociali e culturali estremamente diversi: Mrs. Sommers vive in un paesino su un’isola della Manica; Ousmane invece è africano. Lei è cristiana protestante, lui è musulmano. Per quanti predicano l’odio razziale e ripudiano la tolleranza e la conoscenza i due sarebbero destinati a restare divisi. In realtà le strade dei due si intrecceranno e proseguiranno insieme: i due si sosterranno a vicenda nei momenti di sconforto e insieme cercheranno di non perdere la speranza, continuando a credere nel fatto che i loro figli possano essere ancora vivi. La strada che faranno insieme li porterà a scoprire molte cose sui loro figli che si conoscevano, si amavano e vivevano insieme. Il cammino dei due protagonisti sarà anche viaggio interiore, momento di introspezione che permetterà loro di conoscere l’altro ma anche se stessi. La diffidenza iniziale tra i due sarà pian piano sconfitta e i due smetteranno presto di essere degli sconosciuti.

Con “London River”, il regista Bouchareb resta perfettamente fedele al suo stile soprattutto per ciò che concerne la tematica del dialogo tra le culture. In questo caso però si nota l’influenza loachiana per la capacità che la pellicola ha di raccontare storie di persone comuni alle prese con la vita di tutti i giorni, con le ansie e le preoccupazioni di sempre. Persone “normali” che dovranno improvvisarsi “eroi” per poter salvare i loro affetti.

Il nuovo film del regista di “Days of glory”, buon esempio dell’importanza dell’interculturalità, è nelle sale italiane a partire dal 28 agosto.

Guarda il trailer del film: