"Adeguo la mia esteriorità alla mia interiorità ". Intervista a Vladimir Luxuria, presidente del Festival di Cinema Omosessuale e Questioning

di Anna Laudati

Vladimir ai giovani: “Agire insieme, nell'unità, senza individualismi, non pensare che la rivoluzione su internet possa sostituire quella della piazza, incazzarsi, protestare, senza le armi della violenza". (Gerarda Pinto

1Vladimir-Luxuria

Si è chiuso sabato a Napoli OMOVIES, il Festival di Cinema Omosessuale e Questioning, svoltosi presso il cinema Academy Astra, in via Mezzocannone. Il progetto Omovies, giunto alla terza edizione, è realizzato per creare integrazione culturale e sociale in una città eterogenea come Napoli. Lo strumento di questo percorso è il cinema, che materializza il vissuto di ognuno, fa emergere vissuti nascosti ma al tempo stesso emoziona.

Il Festival inaugurato Mercoledì 15,  ha visto la partecipazione di Vladimir Luxuria, presidente dell’evento, a cui abbiamo rivolto alcune domande.

Vladimir, volendo citare il titolo di un Suo libro, quali "Favole non dette" dovrebbero raccontare i genitori ai propri figli affinché educhino le generazioni future alla parità e al rispetto delle persone e dell'amore in tutte le sue forme?
"Il brutto anatroccolo" ad esempio. Tutte le favole che insegnano che le vite che vengono discriminate perché ritenute brutte, diverse, figliastri di Dio... ecco, che proprio quelle vite contengono in sé la bellezza, il riscatto, Dio, la buddità.

0MOVIES è un Festival di Cinema sull'amore e le sue differenze, giunto alla terza edizione, con l'obiettivo di contrastare le discriminazioni e i pregiudizi. Secondo Lei la grande forma comunicativa del cinema, se supportata dal dibattito, quanto può incidere sulla sensibilizzazione delle coscienze?
OMOVIES è un'importante iniziativa culturale e la conoscenza è il miglior antidoto contro i pregiudizi e i paraocchi.

La Sua partecipazione come madrina del Festival è significativa per un'iniziativa come OMOVIES, grazie alla Sua esperienza di attrice, politico, scrittrice e una vita ricca anche di grandi vittorie. Quanto è lunga la strada per l'affermazione della propria identità senza distinzione di sesso in un paese come l'Italia?
Il cammino è lungo e tortuoso, in salita. Ma è la strada maestra per chi crede che valga la pena percorrerlo e non deviare per sentieri secondari di ipocrisia e falsità. Essere se stessi, riconoscersi allo specchio, guardarsi negli occhi limpidi senza veli.

Il suo impegno in politica, avendo ricevuto un mandato parlamentare alle elezioni politiche del 2006, ha sicuramente segnato un punto di svolta per le pari opportunità. Crede che i politici attualmente in carica stiano continuando in questa direzione?
Ah ah ah... c'è altro nella loro agenda politica: raccattare transfughi politici, difendersi dai processi, promuovere il privato a discapito della rex pubblica, l'egoismo e l'individualismo contro l'agire e il reagire insieme. Pari opportunità...quali? Ci hanno di nuovo preso per i fondelli: la legge promessa dalla Carfagna contro l'omofobia entro maggio scorso che fine ha fatto? E l'apertura di Fini sui diritti civili sacrificata nell'alleanza con Casini e Rutelli. E il PD dov'è?

La Camera Usa ha approvato l'abolizione del "Don't ask don't tell", che annulla il principio in base al quale i soldati gay non possono dichiarare la loro identità sessuale. Lei cosa ne pensa in merito?
“Don't ask don't tell”è il trionfo dell'ipocrisia. Il motto della DC dei vecchi tempi. Potete chiedere e si può rispondere. Un gay deve avere il diritto sia di dichiararsi in ambito militare sia di dichiararsi pacifista e tenersene fuori.

Cosa si sente di dire ai giovani omosessuali ed eterosessuali, cosicché intensifichino il confronto e si impegnino per un'evoluzione positiva della società?
Agire insieme, nell'unità, senza individualismi, non pensare che la rivoluzione su internet possa sostituire quella della piazza, incazzarsi, protestare, senza le armi della violenza.

Queste parole, sicuramente, fanno riflettere sull'importanza del confronto e al tempo stesso della propria affermazione. In un mondo di tanti "cigni bianchi" che nel riflettersi negli specchi imposti dalla società si vedono come "brutti anatroccoli". I pregiudizi che ruotano intorno all'affermazione della propria sessualità ostacolano la libera espressione, ghettizzano e impongono l'etichetta di "diverso". La diversità, o meglio l'unicità di un individuo è dettata solo da una componente caratteriale e non dal proprio sesso di appartenza.

"Adeguo la mia esteriorità alla mia interiorità ", concludiamo riportando una frase di Vladimir Luxuria di un pò di tempo fa, che è il simbolo della sua volontà e di tutti quelli che ancora oggi non sono liberi di affermarsi, di vivere serenamente, con gli stessi diritti e doveri .  E' il manifesto di un'identità che vuole venire fuori, che deve esprimersi in tutta la sua unicità!