Dalla Bolivia l’arte per costruire una società migliore

di Anna Laudati

Multiplicando Miradas: da quindici anni in Bolivia più di 100 volontari lavorano per sostenere la musica e il teatro, promuovono il territorio, educano i bambini e i giovani alla sensibilità artistica e li preparano ad affrontare le sfide del mondo globalizzato. (Paola Pepe)

locandina_festival A Santa Cruz de la Sierra, la città definita il nuovo centro economico della Bolivia, si svolge dal 7 al 17 aprile, il Festival Internazionale di Teatro, il più prestigioso evento teatrale del paese riconosciuto come patrimonio nazionale. Giunto alla sua VIII edizione, il Festival, a cadenza biennale è promosso e organizzato dall’APAC, Asociación Pro Arte y Cultura, un’organizzazione di management culturale non profit, creata nel 1996 da cittadini volontari decisi a promuovere l'attività culturale nella regione orientale della Bolivia.

Ed è proprio questo il punto. La forza di decine di volontari che, con la collaborazione di organizzazioni nazionali e internazionali, delle ambasciate in Bolivia, di imprese, comuni e province e con il sostegno del Governo Municipale autonomo e del Governo autonomo dipartimentale di Santa Cruz, hanno creduto nell’arte come veicolo per costruire una società migliore.

Per essere più precisi, APAC è formata da oltre 100 volontari provenienti da tutta la Bolivia e non solo: studenti universitari, giovani professionisti o gente comune anche senza esperienza, accomunati dalla passione per l’arte e la cultura. Ognuno di loro, per esempio, si impegna con grande disciplina a lavorare durante il festival come venditore di biglietti, usciere, maschera o guida ed è responsabile dell’accoglienza e del trasporto degli artisti in aeroporto.

Grazie al lavoro dei volontari dell’APAC, sono nati il Festival di Musica Stagionale e il Festival di Musica di Natale, il Festival di Musica Rinascimentale e Barocca Americana "Misiones de Chiquitos" che si svolge negli anni pari e il già citato Festival Internazionale del Teatro "Santa Cruz de la Sierra" che si svolge negli anni dispari.

Con il motto “moltiplicare le prospettive”, il Festival mira a portare il teatro fino alle periferie della città, educando alla cultura teatrale le giovani generazioni di pubblico e di professionisti coinvolti nelle arti dello spettacolo. Nel corso degli anni, infatti, la politica adottata dall’APAC ha portato ad un notevole aumento del pubblico teatrale, ad una sempre maggiore attenzione rivolta al Festival da parte degli operatori teatrali nazionali ed internazionali (basti pensare che nel corso delle selezioni per l’ultima edizione sono pervenute oltre 200 richieste di partecipazione) e all’istituzione della Escuela Nacional de Teatro del Plan 3.000 creata in un sobborgo della città di Santa Cruz, che opera orientando, attraverso il teatro, giovani e bambini ad una nuova forma di espressione di idee.

Inoltre l’APAC ha creato un Fondo per recuperare la memoria storica, la vita culturale e artistica delle pianure della Bolivia. Si tratta di un fondo per la ricerca e pubblicazione di libri, CD, registrazioni video o materiale audio-visivo in generale avente come obiettivo la salvaguardia e la promozione del patrimonio artistico e culturale della Bolivia orientale.

Le due aree di lavoro artistico e culturale che l’APAC ha sviluppato nel dipartimento di Santa Cruz (che si estende a Beni e Tarija), sono principalmente il teatro e la musica con numerosi progetti che spaziano, solo per fare alcuni esempi, dalla creazione e promozione di band locali alla fabbricazione di strumenti musicali, dalla promozione della ricerca su tematiche culturali al miglioramento dei servizi turistici.  Fin dall’inizio l’APAC ha concentrato il suo lavoro sulla formazione delle risorse umane locali necessarie per promuovere gli artisti e diffondere anche il patrimonio musicale grazie alla formazione di bambini e giovani.

Sempre grazie al volontariato, altre organizzazioni, parrocchie e comuni hanno sostenuto la formazione di cori e orchestre nelle città di Chiquitos, Guarayos, Moxos e Chaco. Basti pensare che in soli 15 anni si sono formati più di 30 diversi gruppi itineranti in 12 paesi del Sud America e in Europa e due dozzine di gruppi di lavoro in educazione musicale che rappresentano oltre duemila studenti a partire dai sette anni di età.