Offside nelle sale italiane: il film del regista condannato dal regime

di Angelo Di Pietro

Cinque anni dopo la sua realizzazione, esce nelle nostre sale Offside. L’ultimo film di Jafar Panahi osserva la condizione delle donne iraniane in maniera originale. Intanto il regista è stato condannato a sei anni di prigione dal regime di Ahmadinejad. (Angelo Di PIetro)

panahi-offside Da pochi giorni è uscito nelle sale italiane Offside, l’ultimo film del regista iraniano Jafar Panahi. Premiato al Festival di Berlino nel 2006, il film ripercorre una giornata storica per l’Iran, l’8 maggio 2005, data in cui la nazionale di calcio iraniana sfidò e vinse la squadra del Bahrein, conquistando così la qualificazione agli imminenti Mondiali. Girato in contemporanea con la partita e distribuito da noi con cinque anni di colpevole ritardo, il film segue al di fuori del campo di gioco un gruppo di ragazze decise ad entrare nello stadio di Teheran. Consuetudine (non legge), infatti, vuole che le donne non possano accedere agli stadi. E così, tra regole insensate, militari con sensi di colpa e desideri di ribellione verso un regime ingiusto, grandi e piccole storie si snodano tra il tragico e la commedia.

Offside non solo osserva con sguardo insolito i problemi dell’Iran e la condizione della donna, ma offre anche una grande prova di regia. Panahi gira il tutto con stile quasi documentaristico, riuscendo in modo magistrale a sfruttare un evento unico, svoltosi in tempo reale e che di certo non si sarebbe potuto ripetere.

Nel frattempo, in seguito alle proteste degli scorsi mesi, Panahi è stato arrestato con l’accusa di aver ripreso e diffuso illegalmente le immagini delle manifestazioni. Condannato a sei anni di carcere, con il divieto di realizzare altri film nei prossimi vent’anni, ad oggi Panahi è libero su cauzione, in attesa del processo. Alla diffusione della notizia, il mondo intellettuale si è mobilitato in massa attraverso i vari media e i social network: Juliette Binoche ha lanciato un appello proprio durante l’ultimo Festival di Cannes; gli organizzatori del Festival di Berlino, nonostante la condanna, lo hanno nominato giurato dell’evento; mentre il regista e scrittore Fariborz Kamkari ha recentemente affermato: “E' importante che il mondo continui a chiedere la liberazione di Panahi: sostenendo lui si sostengono anche tutti i giovani registi indipendenti che vogliono raccontare la verità sull'Iran'”.

Con questo ennesimo schiaffo ai diritti umani, in offside è finito, come sempre, il regime di Ahmadinejad.