Poeti per la legalità e la responsabilità sociale in scena a Roma

di Paola Pepe

Dopo 16 anni, torna a Roma Poeti contro la mafia, lo spettacolo tratto dall’omonimo libro di F. Bettini e prodotto da Pathfinder Teatro, in scena al Teatro Spazio Uno in Vicolo dei Panieri fino al 6 novembre. (Paola Pepe)

Poeti_contro_le_mafie Dopo i successi di Roma nel 1995 e di Palermo nel 1997, Poeti contro la mafia torna a teatro. Pier Giuseppe Corrado e Annamaria Iacopini portano sul palcoscenico le voci di poeti come Bellezza, Bufalini, Consolo, Frabotta, Lunetta, Luzi, Sanguineti, Zeichen nello spettacolo tratto dall’omonimo libro di Filippo Bettini.

Un testo impegnato, riproposto, in questo particolare momento socio-politico per scuotere le coscienze. Secondo il sociologo Pino Arlacchi il mondo dei letterati e dei poeti, infatti, sarebbe uscito allo scoperto quasi all’improvviso, ma con un tale slancio e vigore da creare un vasto moto di coinvolgimento e di propagazione.

Lo spettacolo, per la regia dello stesso Corrado, interprete insieme ad Annamaria Iacopini, ritrova intatta la propria attualità dopo sedici anni. Anzi, di questi Poeti va sottolineata proprio l’originalità con cui si ripropone la tematica centrale dell’impegno: ad arricchire la scena nuda, eccezionali e notissime musiche tratte da Bellini, Donizetti, Leoncavallo, Mascagni, Puccini, Rossi, Verdi e Vivaldi, che fanno da perfetto contrappunto alle suggestioni evocate dalle parole sulla scena.

Si tratta di poesie di fortissimo valore civile che gettano uno sguardo sugli aspetti più squallidi del mondo contemporaneo. L’attualità di Poeti contro la mafia emerge chiaramente, a distanza di anni, leggendo uno dei commenti tratto dalla presentazione del primo spettacolo: “E’ da rimarcare l’inizio temporale della presa di posizione che ha portato al risultato di questo libro, Il Manifesto degli scrittori contro la mafia che apre il volume, sia in senso spaziale che in senso cronologico e che è imperniato su due concetti fondamentali: da una parte, la constatazione che non esiste più un codice morale e che la legge è sempre più lettera morta e, dall’altra, l’affermazione che in una situazione così compromessa è sempre più urgente mobilitarsi per invertire la rotta di un degrado crescente non più sopportabile”. (G.Ayala).

A teatro quindi con la speranza che la lotta contro la mafia si trasformi in una battaglia per la cultura del cambiamento e del progresso.