The Awakening, il non risveglio di James Morrison

di Alessandro Etzi

Un passo indietro per il cantautore inglese. (Alessandro Etzi)

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Hanno atteso con ansia due anni i fans di James Morrison per l’uscita dell’album The Awakening, il primo dopo l’approdo del britannico alla Island Records. Nelle promesse dell’autore questo cambio di casa discografica doveva rappresentare una virata netta rispetto al precedente Songs for you, Truth for me, dopo le pressioni della Polydor per mantenere lo stesso stile per il terzo lavoro consecutivo.

Alle buone intenzioni iniziali non corrisponde un lavoro né originale né da ricordare: le migliori tracce sono sicuramente il singolo I won’t let you go, Forever, The Awakening e One Life. Su tredici tracce complessive non molto.

I won’t let you go parla di un amore che si avvia alla conclusione (o forse le parole del cantautore risulteranno convincenti?), sorretta da un ritmo di batteria che non sovrasta la voce roca di James: inizia lentamente per poi prendere un bel piglio dinamico, singolo di lancio del disco e sicuramente la migliore canzone tra le tredici contenute. In Forever la storia è simile, un amore arrivato ad un binario morto, ma qui gli arrangiamenti sono più ricchi, il ritmo veloce e la voce si ispira maggiormente ai padrini di James, gente come Otis Redding e Stewie Wonder. In The Awakening la voce del britannico è lo strumento principale per tutto il pezzo, lievemente sorretta da chitarra, batteria e arrangiamenti, scorre lenta sullo stesso ritmo invocando un risveglio da….un amore questa volta finito. One life è la traccia con il testo più profondo ed elaborato, per una volta James non si chiede se lei tornerà, se lui riuscirà a sistemare tutto, ma si chiede quale sarà la direzione che darà alla sua vita, sicuro comunque che si appresterà a viverla nel modo giusto. Tornano gli echi dell’infanzia sofferta del cantautore, con suo padre che gli chiede di iniziare a pensare al futuro, forse troppo presto, subendo il rifiuto del figlio.

Il resto del cd non presenta nessuno spunto positivo, anzi il duetto è piuttosto inconsistente e poteva tranquillamente essere evitato, ma forse anche alla Island Records le pressioni sugli artisti non mancano. Un lavoro da non disprezzare, ma che rischia di finire troppo presto su qualche scaffale in casa.