Libri. Il profeta, tra aforismi e poesia, Gibran c’insegna la strada verso la luce

di Vinicio Marchetti

Con umiltà e talento, l’artista libanese spinge l’uomo ad affrontare il suo più grosso nemico: la riflessione. (Vinicio Marchetti)

gibran-il-profeta All’uomo occorre riflettere. Appare decisamente scontata questa frase. Eppure, troppo spesso, neanche ci rendiamo conto di citare un’utopia assoluta.

L’opera cui parleremo è un capolavoro assoluto della letteratura mondiale: Il Profeta di Kahlil Gibran.

Questo libro riesce, in una semplicità a dir poco irrisoria, a donare al lettore una profonda sensazione di pace, catarsi e, per l’appunto, riflessione.

Quando, nel lontano 1923, l’autore libanese pubblicò per la prima volta il suo libro, la critica parve attenderlo al varco per stroncarlo ferocemente. Al contrario, invece, il pubblico se ne innamorò follemente.

All’interno delle sue pagine, è possibile scrutare filosofie nate dal Cristianesimo, aforismi propri del Buddismo o anche principi mussulmani. Ma, tutto questo, anche se smisuratamente profondo e riflessivo, non è altro che la punta dell’iceberg. Il Profeta, come pochissime altre opere della storia, ha saputo aprire la mente con una semplicità concessa soltanto a chi davvero ha potuto abbeverarsi al calice divino della verità:

“Ma prima che tu ci lasci questo a te chiediamo, che parlandoci tu ci dica qualcosa della tua verità. E noi la daremo ai nostri figli ed essi ai loro, cosicché non perirà. Or dunque svelaci a noi medesimi, spiegaci quanto hai veduto di ciò che sta tra nascita e morte”.

Gibran ha saputo rendere infinitesimale ciò che, soltanto sfiorato dal pensiero, appare come una battaglia combattuta da infinite legioni di soldati. Le gemme letterarie che sono la luce e l’ornamento di quest’opera non possono essere definite solamente citazioni filosofiche ed esistenziali. Le sue pagine donano emozioni e poesia, canti e riflessioni, tutti uniti sotto un manto di semplicità che, se vogliamo, sono parte fondamentale dell’aforisma. Almustafa, il protagonista della storia, sa essere Profeta dell’uomo senza desiderare di esserlo. Prende per mano il lettore e, nell’arco di tempo breve come la lettura di un libro, o la sua vita stessa, lo conduce alla ricerca della luce.

Kahlil Gibran, nel corso della sua vita, ha spesso donato profonda riflessione attraverso le sue parole. Una delle più celebri recita:

“L'uomo veramente grande è colui che non vuole esercitare il dominio su nessun altro uomo e che non vuole da nessun altro essere dominato”.

Non è difficile immaginare che se, oltre ad ascoltarlo con ammirazione, l’uomo avesse provato anche a mettere in pratica ciò che Gibran provava, adesso, vivremmo in un mondo sicuramente migliore.