Libri. Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde. I segreti del lato oscuro dell’uomo sono rivelati

di Vinicio Marchetti

L’opera più famosa di Stevenson è riproposta da Mondadori con una rilegatura fine e particolare e, ancora una volta, il fascino del male non accenna ad attenuarsi. (Vinicio Marchetti)

Jekyll-Hyde-logo-black2 Senza neanche troppa enfasi, è innegabile che “Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde”, capolavoro di Robert Louis Stevenson ed edito in Italia da Mondadori, sia uno dei romanzi più celebri e apprezzati della storia della letteratura.

Il significato di quest’opera è tanto semplice quanto profonda: lo studio intimo, nero e omicida, del dualismo fra bene e male che alberga nell’animo umano.

Stevenson scrisse quest’opera nel 1885, su esplicita commissione dell’editore Longman e, lampante e chiassosa, la ricerca del fascino del male traspare in ogni singola parola scritta nel romanzo.

L’analisi tecnica, invece, è ambigua e veloce. La perfetta avanguardia di generi letterari che, di lì a poco, avrebbe preso il nome di giallo, thriller o noir.

Uno degli stralci più conosciuti e memorabili del romanzo, sicuramente, è quello in cui Jekyll si confessa descrivendo, in sostanza, lo sdoppiamento di ogni uomo. Una caratteristica comune che, in pratica, non è altro che l’infrangersi dell’integrità dell’individuo.

Niente, in ogni caso, può descrivere meglio ciò cui faccio riferimento più delle reali parole dell’opera:

Pensavo che se ognuno di questi (i due esseri che si dilaniano nella coscienza di Jekyll) avesse potuto essere confinato in un’entità separata, allora la vita stessa avrebbe potuto sgravarsi di tutto ciò che è insopportabile: l’ingiusto avrebbe potuto seguire la propria strada di nequizie, svincolato dalle aspirazioni e dalle pastoie del virtuoso gemello; al giusto sarebbe stato dato altresì di procedere spedito e sicuro nel suo nobile intento, compiendo quelle buone azioni che lo avessero gratificato, senza essere più esposto alla gogna e al vituperio di un sordido compagno a lui estraneo. Era una maledizione del genere umano che questo eteroclito guazzabuglio dovesse così tenacemente tenersi avviluppato... che fin nel grembo tormentoso della coscienza questi gemelli antitetici dovessero essere in perenne tenzone. Come fare, allora, a separarli?”

Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde è una metafora tramutata in romanzo. Mai nessun’altra opera potrà descrivere in maniera così tenebrosa e affascinante il dualismo dell’uomo.

In fondo, Stevenson non ha fatto altro che guadagnarsi l’immortalità mostrando, con semplicità sconvolgente, la bestia che si cela in ognuno di noi.