Libri. Delitto e castigo, il vento dell’est soffia ancora più forte

di Vinicio Marchetti

F. M. Dostoevskij regala alla storia un’opera dal sapore immortale. (Vinicio Marchetti)

delitto-e-castigo-dostoevskij-libri Parlando di Delitto e castigo, capolavoro di Dostoevskij, non si può non far riferimento a una delle pietre miliari della storia della letteratura. A tal proposito, ritrovare questa vecchia edizione curata da Rizzoli, nel 1984, su di una bancarella in mercato rionale, sicuramente, può essere annoverata tra i piccoli colpi di fortuna che la vita ti riserva.

L’opera, come una fitta foresta d’alberi, è ricca di saporiti intrecci, sferzanti verità umane e poco celati risvolti politici. Delitto e castigo non è altro che un insieme di naturalismo, femminismo di fine secolo, umanitarismo di marxiana memoria e, più di ogni altra cosa, uno studio accurato del dio denaro.

L’argomento del superuomo, è stato già abbondantemente trattato da Nietzsche ma, senza ombra di dubbio l’incarnazione data da Raskolnikov semplifica notevolmente la comprensione di questa filosofia.

La volontà di potenza che s’inabissa nella conoscenza del proprio essere uomo con tutti i limiti che ne derivano. L’uomo come infinitesimo e null’altro se paragonato alla grandezza di Dio. La cura maniacale della descrizione della povertà e degli ambienti colorati del dolore che ne scaturisce.

Un romanzo completo. Filosofia che si trasforma in romanzo sociale. Giallo, a volte. Senza ovviamente tralasciare la narrazione politica. La trama è vigorosa e, come nessun altro autore, la precisione dei dettagli e la linearità delle immagini, rende Dostoevskij, indiscutibilmente, il primo rappresentante di un genere letterario che, ancora oggi, rimane assolutamente inimitabile.