Libri. Il cimitero di Praga, Umberto Eco ritorna con un romanzo figlio del malinteso

di Vinicio Marchetti

L’opera ultima di Umberto Eco ha lasciato numerosi strascichi razzisti. Qual è la verità? (Vinicio Marchetti)

il_cimitero_di_praga Umberto Eco, con certezza, non avrebbe mai immaginato lo scalpore negativo prodotto dalla sua sesta pubblicazione, Il cimitero di Praga, edito da Bompiani 2010. A detta di alcuni, infatti, il romanzo trasmetterebbe l’opinione incalzante che i cattolici, ossessionati dalla sessualità e dall’antisemitismo, siano naturalmente votati a schierarsi contro il progresso e l’ineccepibile ragione umana. Un modo disgustoso di sentirsi al di sopra delle parti.

In tutta sincerità, la trama è a dir poco antisemita ma, come logica vuole, questo non significa obbligatoriamente un attacco ideologico da parte del suo autore. Completamente diversa è stata l’opinione di Lucetta Scaraffia, storica firma dell’Osservatore Romano. La sua critica è apparsa lacerante come un tuono nel buio della notte:

"A forza di leggere cose disgustose sugli ebrei, il lettore rimane come sporcato da questo vaneggiare antisemita, ed è perfino possibile che qualcuno pensi che forse c'è qualcosa di vero se tutti, proprio tutti, i personaggi paiono certi di queste nefandezze"

La risposta di Eco non si è fatta attendere. Affermando che il suo libro nasce senza alcun filo denigratorio nei confronti del popolo ebraico ma, ormai, la bomba era già esplosa.

Personalmente, tra le pagine di questo libro, ritengo non vi sia alcuna forma di antisemitismo; soltanto la naturale vocazione del suo autore verso il dialogo unilaterale e, se vogliamo, molto diretto.

Ecco come ha descritto la sua opera lo scrittore alessandrino:

"Quello che il mio romanzo cerca di mostrare è che [i romanzi di avventura] sono stati usati proprio per la stessa costruzione dei testi antisemiti, perché la gente (compresi i capi dei servizi segreti) crede solo a quello che ha già sentito affabulare da qualche parte. Per questo, ancora oggi, i dossier segreti sono composti unicamente da ritagli stampa, e, comunemente, di stampa scandalistica, il feuilleton dei giorni nostri”.