Obama-MCain: due mondi a confronto
….due modi a confronto (di Francesco Enrico Gentile )
Quale che sia l'esito, il risultato, il vincitore l'election day statunitense del 4 novembre rappresenta un punto di svolta per lo scacchiere politico mondiale. Oltre ad essere le prime elezioni 2.0, caratterizzate da un uso massiccio e fantasioso del web e dei nuovi media, quelle americane saranno ricordate come le elezioni delle “differenze marcate”. Una dinamica nuova si è introdotta, infatti, nel quadro politico statunitense noto da sempre per una estrema somiglianza dei progetti di governo democratico e repubblicano.
Si potrebbe infatti dire che si sta assistendo ad una “europeizzazione” del ceto politico americano, che pare lentamente viaggiare verso una differenzazione reale tra le due prospettive. A partire dai profili dei due candidati, e dalla scelta dei vice, si affacciano due idee completamente differenti di America, del suo ruolo nel mondo, della sua gestione interna.
John MCain, veterano del Vietnam, è l’emblema del ventre molle della società statunitense. Cresciuto a pane e patriottismo, rivendica per gli Stati Uniti quella funzione imperiale propria dell’Amministrazione Bush, grande assente di questa corsa alla presidenza.
Barack Obama, di origini keniote, rappresenta il volto nuovo della politica americana. Giovane, progressista, senza alcuna difficoltà nel delineare uno Stato più “pesante” in termini di intervento pubblico, completamente differente dalle ultime generazioni di leader democratici.
Due figure così opposte portano con sé impostazioni e risposte diametralmente lontane.
Per la prima volta dal ’29 i cittadini americani vedono in pericolo la vera, unica, imprescindibile conquista: il benessere economico raggiunto, molto spesso, sacrificando sull’altare del liberismo più spinto sicurezze sociali e solidarietà. Una crisi che, oltre ad investire il sogno della crescita americana e a catena i mercati finanziari di mezzo mondo, ribalta completamente temi del confronto e priorità dei due schieramenti.
Si è passati molto velocemente dal confronto storico sul ruolo statunitense del mondo (unilateralismoVSmultilateralismo, imperoVSdemocrazia mondiale) a temi più prosaici ma di ben più ampia presa sull’opinione pubblica quali le tasse, la sanità, i tagli fiscali.
Per la prima volta nella storia americana qualcuno dei candidati, Obama, delinea una proposta che tende a sottoporre il mondo finanziario americano, a più rigorosi controlli.
Quasi una eresia, nel paese di Enron e di Lheman Brothers eppure i sondaggi danno Obama vincente. Insomma le ultime elezioni americane, anomalie elettorali a parte, rischiano di essere ricordate, almeno per una volta, come un bivio per l’intero equilibrio mondiale.
Mancano poche ore dal verdetto: chi sarà il nuovo Presidente americano: Obama o MCain?