Se l’arte non attira

di Alessandro Etzi

Pubblicato il rapporto L’arte di produrre Arte. Imprese culturali a lavoro, dell’Associazione Civita. (Alessandro Etzi)

civita È un quadro fatto di luci ed ombre quello che emerge dal nuovo rapporto L’arte di produrre Arte. Imprese culturali a lavoro, curato da Pietro AntonioValentino, economista della cultura e docente dell’Università La Sapienza, edito da Marsilio Editori.

Il volume indaga nell’ambito dell’industria culturale ed offre dimensioni e realtà dell’industri culturale e creativa in Italia, proponendo anche delle politiche di sviluppo settoriale, per sfruttare al meglio questa risorsa e superare le difficoltà rispetto alle realtà straniere.

Il Rapporto – realizzato dal Centro Studi “G. Imperatori” dell’Associazione Civita grazie al contributo della Fondazione Roma Arte-Musei e alla collaborazione della Provincia di Roma, è strutturata in due parti: nella prima si dà conto di ruolo e dinamiche dell’Industria Culturale e Creativa (ICC); nella seconda vengono analizzate le caratteristiche della domanda museale in Italia, con particolare attenzione ai “non visitatori”, e stimati gli impatti economici più rilevanti associati alle mostre.

Il settore si compone di poco meno di 180.000 imprese, meno solo della Germania in Europa, e rappresentano il 4,5% delle imprese italiane, comprendendo anche gli studi di architettura. È interessante suddividere questo dato per macroaree, così da scoprire che al Nord sono collocate il 54,2% delle aziende mentre al Sud il dato è nettamente inferiore. Sebbene il numero di aziende ci colloca al seconda posto in Europa,la percentuale di occupati si attesta al 2,2%, dato che ci pone alle spalle di Regno Unito, Francia, Spagna e Germania. Piccole imprese, più vicine all’artigianato che all’industria.

La seconda parte della ricerca evidenzia dei dati che offrono una dimensione di quanto gli italiani fruiscano poco del sistema cultura: nel 2010 il 58,9% degli italiani con più di 18 anni non ha visitato né una mostra né un museo, un segmento di potenziali fruitori ad oggi inespresso e che mostra quanto gli investimenti, in termini di fondi e di comunicazione, siano necessari per sostenere un settore, che, nonostante tutto, è vivo e produttivo.

Per maggiori info www.civita.it.