Sol LeWitt segna la 'ripartenza' del Museo MADRE

di Ivana Vacca

Arte concettuale e minimal, ma non solo. "Sol LeWitt. L'artista e i suoi artisti" fino al 1° aprile al Museo d'Arte Contemporanea di Napoli. (Ivana Vacca)

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Si rianimano le sale del Museo MADRE. Dalla rosa dei cinque candidati, già convocati e scelti tra gli iniziali 33, sarà, tra pochi giorni, scelto e nominato il nuovo direttore. Tuttavia il museo napoletano di Palazzo Donnaregina prova a risorgere dalle ceneri anche in assenza della nuova direzione con un'antologica dedicata al padre dell'arte concettuale statunitense Sol LeWitt. Nello stesso museo dove, nel 2005, l'artista lasciò "in eredità" due wall drawings, ieri è stata inaugurata, a cura di Adachiara Zevi, la mostra "Sol LeWitt. L'artista e i suoi artisti", sostenuta dalla Regione Campania, promossa dalla Fondazione Donnaregina in partnership con il Centre Pompidou di Metz e la Fondazione LeWitt di Chester, Connecticut. Fino al 1° aprile, Napoli sarà la prima città in Europa ad ospitare la collezione di LeWitt, seguita poi da Metz, capoluogo della Lorena, dove le opere saranno esposte dal 19 aprile al 29 luglio 2013.

Le tre sezioni in cui è divisa la mostra illustrano diversi momenti della vicenda artistica e personale di LeWitt, partendo da cinque wall drawings inediti, gli 'Scribbles' (scarabocchi) del suo ultimo ciclo, progettati nel 2007, anno della sua scomparsa a New York, all'età di 78 anni. Questi disegni murali, selezionati appositamente per la grande sala centrale dello spazio espositivo del MADRE, non furono mai realizzati dall'artista, ma sono stati eseguiti in occasione della mostra dai suoi assistenti, coadiuvati dall'aiuto di cinque giovani artisti napoletani.

Il secondo nucleo è costituito da 47 opere, datate a partire dal 1968, tra disegni, gouache e sculture provenienti soprattutto da collezioni napoletane.

museo_madreIl LeWitt collezionista onnivoro è, invece, protagonista della terza sezione. Sono 92 le opere della sua collezione privata esposte e selezionate da un corpus di circa quattro mila esemplari custoditi oggi presso la Fondazione LeWitt di Chester, frutto di acquisti e di scambi con artisti e galleristi a partire dagli anni Sessanta. Tra di essi figurano gli amici degli esordi e molti artisti cari al Museo napoletano tra cui Alighiero e Boetti, Mario Merz, Jannis Kounellis e Giulio Paolini. E ancora Richard Long e Daniel Buren, Carl Andre e Robert Ryman, John Badessari e Tony Cragg, Franz West e Lothar Baumgarten. Non solo arte concettuale e minimalista ma anche Neoespressionismo, Transavanguardia e Arte Povera.

"Era doveroso - ha dichiarato Adachiara Zevi - che una istituzione museale italiana rendesse omaggio a LeWitt, anche perché è un artista che ha sempre dichiarato che si sentiva di pagare il debito che aveva nei confronti dell'arte e degli artisti italiani". E ancora, ha dichiarato la curatrice, "per lui l'impatto con l'arte italiana ha significato l'impatto con un'arte molto più libera e sensuale. Pertanto è vero che LeWitt è il padre del Concettualismo, ma di un Concettualismo in un'accezione molto ampia, inclusiva, non dogmatica. Lo testimonia proprio la libertà e la varietà dei wall drawings". E', infatti,il legame con l'Italia, e in particolare con la città di Napoli, a caratterizzare una rilevate parte dell'attività artistica del Maestro americano. Nel capoluogo campano LeWitt arrivò nel 1975 con una mostra durante la straordinaria stagione della Modern Art Agency di Lucio Amelio. Ha poi collaborato con il gallerista Alfonso Artiaco. I suoi lavori si trovano non solo al MADRE, ma anche al Museo di Capodimonte, a Città della Scienza, nella stazione della Metro di Materdei, dove si possono ammirare i suoi pannelli policromi, nonché presso Palazzo Caracciolo d'Avellino dove è stata realizzata una grande istallazione murale per la Fondazione di Maurizio Morra Greco. Progressions in Square fu, invece, pensata nel 2005 per Piazza Plebiscito.

Tutte le informazioni sul sito del Museo MADRE.