Quindici anni senza Fabrizio De Andrè
Il cantautore degli ultimi. (Alessandro Etzi)
Sono passati quindici anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè, cantautore e poeta tra i più influenti in Italia. Quindici anni in cui le sue opere non sono state dimenticate, ma anzi il suo testamento musicale e i suoi pensieri hanno avuto una diffusione continua, anche tra le generazioni più giovani.
Anarchico, libertario, De Andrè ha raccontato l’Italia attraverso le debolezze dei singoli, le ipocrisie dei benpensanti, i dolori degli emarginati: personalmente ho sempre considerato il Cantico dei drogati, prima canzone tratta dall’album Tutti morimmo a stento, la più tremenda descrizione della tossicodipendenza, del vuoto attorno un drogato, della sua morte mentale, psicologica, cosi come l’intero album Non al denaro non all’amore nè al cielo[1] era una perfetta sintesi poetica delle miserie umane, ispirata dalle poesie di Edgar Lee Masters de l’Antologia di Spoon River.
Era possibile individuare in De Andrè tanti uomini diversi: il poeta, l’intellettuale, il cantautore, il musicista, l’erede della scuola genovese (Gino Paoli, Umberto Bindi, Luigi Tenco). Uomini che emergevano nelle sue scelte stilistiche, che arricchivano le sue opere.
Fuori dalle mode perché effimere, a differenza delle sue musiche, De Andrè condivise il suo percorso artistico prima con i New Trolls e poi con la Premiata Forneria Marconi, con Mauro Pagani e Massimo Bubola, Fernanda Pivano, Francesco De Gregori.
In tutta Italia Faber, come affettuosamente chiamato dagli amici per la sua predilezione per i pastelli Faber-Castell da ragazzino, è stato ricordato in numerose manifestazioni, come riportato nel sito della Fondazione De Andrè.
Alcune canzoni di Fabrizio De Andrè
Omaggi ed interpretazioni
PFM e Cristiano De Andrè – Il pescatore
Cristiano De Andrè – Fiume Sand Creek
Eugenio Finardi e Nicola Piovani – Verranno a chiederti del nostro amore
Mia Martini – Hotel Supramonte
Vasco Rossi – Amico fragile[1] Non si tratta di un errore di battitura, ma il titolo originale dell’album era scritto senza virgole e con l'errore "nè" al posto di "né".