Go bootleg go

di Alessandro Etzi

Sempre più artisti si convertono al bootleg. (Alessandro Etzi)

springsteen Il bootleg è quell’antica forma di arte con cui si permetteva, in un epoca in cui la musica si acquistavano dischi e cassette ( si, è accaduto anche questo nella storia dell’umanità), di far girare un bel po’ di musica fregando il copyright e relativi costi.

Gli artisti e le case discografiche decidevano cosa fosse ascoltabile e pubblicabile, vedendo remunerato il loro sforzo. Questo fino alla diffusione dei live ed ai primi registratori, con cui ci si presentava ai concerti e….li si registrava. Una pratica apertamente in violazione del copyright, ma che ha permesso la circolazione di numerose pietre miliari della musica, in particolare blues e rock, e che praticamente mai nessun artista ha mai apertamente contestato, perché contribuiva a creare un alone di magia e  mistero in un epoca in cui la musica non circolava con la facilità odierna. Inoltre, la complessità delle strumentazioni dell’epoca permetteva una diffusione circoscritta, limitatamente riproducibile e monetizzabile, non creando quindi un danno economico notevole come l’attuale file sharing.

Sono sempre più artisti anzi che hanno utilizzato il bootleg proprio contro la pirateria, registrando i propri concerti e mettendoli in vendita: audio accurato, registrazioni ogni serata, un ricordo in più per  i fan presenti al concerto, che notoriamente sono quelli che spendono di più e non si accontentano della maglietta ricordo. I primi ad aver avviato la diffusione di bootleg legali sono stati due gruppi che più diversi non si può: i Pearl Jam, eroi del post-grunge, dal 2000, ed Elio e le Storie Tese, che hanno italianizzato la pratica con i loro Cd brulèe.

L’ultimo ad unirsi alla schiera dei bootlegatori è Bruce Springsteen, che oltre ad aver annunciato la nuova tournée ha confermato che, a 48 ore di distanza dal concerto, renderà disponibile lo stesso su chiavi USB, per la gioia dei fan che già dispongono di tantissimo materiale live. Proprio i concerti sono l’ultima gallina dalle uova d’oro, toccherà a loro salvare il music-business??