Università del Mediterraneo: è necessario potenziare gli scambi grazie al programma Erasmus+

di Feliciana Farnese

A Bruxelles tre giorni di dibattito sui rapporti delle Unimed col mondo arabo.

universita mediterraneo

Potenziare gli scambi fra Università grazie al programma Erasmus+ e rafforzare il ruolo delle scienze sociali nei rapporti col mondo arabo: sono queste le due richieste dei Rettori degli Atenei membri dell'Unione delle Università del Mediterraneo (Unimed), che la scorsa settimana sono stati protagonisti a Bruxelles di una tre giorni di incontri e dibattiti con i rappresentanti delle istituzioni europee.

"L'insegnamento delle scienze umane e sociali, e anche delle arti, sono uno strumento chiave per formare persone più autonome e capaci di relazionarsi con un mondo in profonda trasformazione" ha dichiarato l'eurodeputato Pier Antonio Panzeri, che ha ospitato al Parlamento Ue l'ultima giornata della seconda edizione della 'Unimed Week in Brussels'.

"E' proprio in questo periodo di conflitti che le Università possono e devono entrare in gioco, anche nel Mediterraneo, per promuovere i valori fondamentali dei diritti dell'uomo" ha sottolineato Fabio Rugge, Rettore dell'Università di Pavia e responsabile delle relazioni internazionali della Crui, Conferenza dei Rettori delle Università italiane.

"Le Università possono e devono giocare un ruolo centrale nella loro azione di 'science diplomacy' a livello regionale, in sostegno della politica estera europea" ha ribadito Marcello Scalisi, direttore dell'Unimed e organizzatore della manifestazione che ha visto circa 50 partecipanti dibattere e confrontarsi nelle sedi di alcune direzioni generali della Commissione Ue, al Comitato economico e sociale europeo, e nella rappresentanza della Regione Puglia, oltre che al Parlamento Ue.

I 93 Atenei mediterranei - di cui 27 italiani - appartenenti all'Unimed hanno anche chiesto all'Ue maggiori fondi per la mobilità dei ricercatori non solo fra mondo arabo ed Europa, ma anche fra i paesi nordafricani, "perché in Europa spesso consideriamo il nord-Africa come una regione unitaria, quando invece non lo è e spesso per uno studente tunisino è più facile visitare la Francia rispetto al vicino Egitto", ha spiegato Scalisi.

 

Fonte Ansa