Stage all’estero? Con AIESEC si può!

di Andrea Sottero

Uganda, Malesia, Russia, Cina,  Brasile. Queste alcune delle possibile destinazioni che AIESEC, la più grande organizzazione studentesca al mondo, con un network di oltre 50000 studenti da oltre 100 Paesi,  mette a disposizione attraverso il suo network di contatti. L’international Internship Program offre uno stage retribuito della durata variabile, a seconda del progetto, dalle 6 settimane ai 18 mesi. Management, Technical, Education e Developmeent sono le 4 aree coperte dal progetto. A breve la presentazione presso la sede di Torino. (Andrea Sottero)

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L’Istat rende noti i dati sul triennio 2006-2009 e il quadro che ne risulta è da brivido: il tasso di crescita dei redditi degli Italiani si è ridotto del 2,7%, la prima flessione dal 1995. La cassa integrazione nel nostro Paese è alle stelle e i giovani che trovano un lavoro non precario nei 12 mesi successivi alla laurea sono quasi delle mosche bianche.

Inutile dire che la situazione è poco rosea un po’ in tutto il mondo occidentale, ma le innumerevoli storie di successo di chi ha scelto di andare all’estero, ci dimostrano che altrove l’intraprendenza e la voglia di riuscire vengono premiate più velocemente e meglio che da noi.

E’ anche vero che chi cerca un lavoro all’estero, per la vita o anche solo per qualche anno, ha generalmente una elasticità mentale e una capacità di adattamento notevoli. Si tratta di qualità apprezzatissime nel mondo del lavoro, che offrono una marcia in più e lo differenziano sensibilmente dalla massa, dai molti che usciti dalle aule universitarie con il loro bel pezzo di carta, mandano a raffica CV ad aziende ed enti pubblici, nella speranza che qualcuno li prenda in considerazione. Cosa che nell’Italia delle mille raccomandazioni, del nepotismo e della gerocrazia imperante avviene purtroppo sempre più raramente.

Partire, muoversi, adattarsi: facile a dirsi, difficile a farsi. Molti non hanno problemi ad ammettere che no, non se la sentono proprio di fare la valigia e lasciare tutto il loro mondo, gli amici, la famiglia per passare mesi, anni in un contesto nuovo, magari profondamente diverso dal punto di vista socio-economico.

A dirla tutta non è facile nemmeno pianificare una cosa del genere, se non lo si è mai fatto. Nel mondo universitario si parla e riparla di borse Erasmus, di scambi internazionali, ma se poi si va a vedere le percentuali oggettive di chi ha fatto un’esperienza simile nel corso dei propri studi, ci si accorge che i numeri sono bassissimi.

Per rendere l’idea, tra i Paesi che inviano il maggior numero di studenti all’estero nell’ambito del programma Erasmus ci sono il Liechtenstein, l’Austria e la Repubblica ceca con percentuali rispetto alla propria popolazione studentesca che nell’anno accademico 2007/2008 hanno raggiunto rispettivamente il 6,43%, l’1,77% e l’1,54%.

Iniziative come quella che AIESEC offre in questi giorni sono quindi preziose, perché permettono allo studente di confrontarsi con esperienze reali, problematiche concrete, che vanno dalla ricerca della casa, alle procedure del visto.

Le selezioni per il programma di International Internships sono aperte fino al 13 febbraio. La sede AIESEC di Torino ha organizzato per il 7 febbraio alle ore 18,00 un incontro informativo presso la Facoltà di Economia dell’ateneo piemontese: una buona occasione, tra l’altro, anche per conoscere una delle associazioni studentesche più attive e presenti nel mondo.