Gela. Arrestato Nicola Interlici: fingeva di essere taglieggiato
I carabinieri di Gela hanno arrestato il commerciante Nicola Fabrizio Interlici accusato di aver pagato egli stesso dei criminali per appiccare incendi alla sua attività commerciale e alla sua auto. Voleva apparire come vittima del "pizzo" e intascare così i soldi dell'assicurazione ed i contributi concessi dallo Stato a chi denuncia il racket. L’arresto è stato possibile grazie all’emissione dei provvedimenti restrittivi prodotti dal gip di Gela, Lirio Conti, su richiesta del procuratore Lucia Lotti. Interlici, 42 anni, titolare di diversi negozi di abbigliamento a Gela, attraverso un intermediario, Giuseppe Di Noto, 25 anni, avrebbe reclutato manovalanza criminale per appiccare incendi ai suoi negozi e alla sua auto. (foto corrieredigela.it)
Interlici è finito sul registro degli indagati anche per calunnia dato che nel presentare la denuncia ai carabinieri dopo gli attentati, aveva rivolto accuse a una persona, Calogero Greco, risultata poi estranea ai fatti. "Complimenti ai magistrati e ai carabinieri per aver smascherato un falso commerciante antipizzo a Gela". Questo il primo commento di Giuseppe Lumia, Senatore componente della Commissione Bicamerale Antimafia, subito dopo l’arresto del commerciante gelese. "E' necessario – continua il Senatore - tenere sempre alta l’attenzione per non screditare e intaccare l’importante lavoro svolto sul fronte del contrasto al racket delle estorsioni, come quello avviato a Gela da Rosario Crocetta e Renzo Caponetti". "Spesso – conclude Lumia – nell’antimafia si annidano personaggi di questo tipo, addirittura gli stessi mafiosi ordinano ai commercianti taglieggiati di aderire alle associazioni antiracket per non destare sospetti". Una dichiarazione che fa riflettere, quella del Senatore Pd. Abbiamo raggiunto telefonicamente il Presidente onorario della Federazione Antiracket Italiana (link su ) , già Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, Tano Grasso. "Interlici – ci dice Grasso - non faceva più parte dell’associazione antiracket da anni oramai. Anzi circa un mese fa si è deciso di denunciare Interlici per le assurde calunnie lanciate contro l’associazione antiracket di Gela".
Riguardo la possibilità di infiltrazioni nel fronte antiracket, Grasso taglia corto: "Sono molto difficili i casi di infiltrazione nelle associazioni antiracket. Per diventare soci esiste un doppio canale di controllo: i nominativi degli aspiranti soci passano per le maglie di polizia e carabinieri prima di essere accettati". Esiste inoltre un ulteriore controllo da parte delle Prefetture che, sulla base di quanto previsto dal decreto del Ministero dell’Interno n.220 del 24 aprile 2007, effettuano controlli periodici sugli iscritti agli elenchi provinciali delle associazioni e fondazioni antiracket.