Persi 50mila chilometri quadrati di foreste in 10 anni

di Anna Laudati

Negli ultimi dieci anni il pianeta terra ha registrato una perdita netta di foreste pari a circa due volte l’estensione della Sicilia. A dirlo è l’ultima indagine della FAO, l’Organizzazione delle Nazione Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (di Andrea Pellegrino)

amazzonia-bali-clima-co2-foresta-kyoto-wwf.jpgA fornire la fotografia delle risorse forestali mondiali è la Fao nella sua Valutazione 2010 che copre 233 Paesi. Nonostante il dato a prima vista sconfortante, qualche buona notizia può essere presa dall’indagine. Innanzitutto un sostanziale e complessivo rallentamento della perdita annuale delle foreste che si è ridotta di oltre 3 milioni di ettari (passando dagli 8.3 milioni registrati negli anni ’90 ai 5.2 milioni di ettari registrati nell’ultimo decennio).

''Per la prima volta - ha sottolineato il vicedirettore generale della Fao del dipartimento foreste, Eduardo Rojas - siamo in grado di offrire un monitoraggio dettagliato del tasso di deforestazione che è diminuito a livello globale grazie a sforzi congiunti, fatti sia a livello locale che internazionale. Sono migliorate, nel panorama mondiale, le politiche in 76 Paesi a partire dal 2000, nonché la legislazione in tema di tutela di foreste in 69 Paesi. Sono inoltre risultati positivi anche i casi di assegnazione dell'usufrutto delle foreste alle comunità locali e alle popolazioni del territorio. Si tratta di un messaggio particolarmente incoraggiante per il 2010, Anno internazionale della Biodiversità". Restano però i dati negativi. Nell'ultimo decennio infatti, ogni anno circa 13 milioni di ettari boschivi nel mondo sono stati convertiti ad altro uso (per lo più colture o allevamenti intensivi) oppure sono andati perduti per cause naturali (come le eruzioni vulcaniche, tempeste e i terremoti).

 

Un dato complessivo che però è il frutto di situazioni decisamente differenti da continente a continente. Se in Europa ed in Asia si registra un aumento delle superfici boschive grazie a specifici e mirati piani di riforestazione, di segno opposto il bilancio in Sud America, maglia nera della speciale classifica della FAO, e Africa che perdono complessivamente 7.4 milioni di ettari di foreste. In America del Nord e America Centrale siamo invece davanti ad una stabilizzazione della superficie forestale. Discorso a parte per l’Oceania dove il bilancio negativo è dovuto principalmente alla grande siccità che ha colpito il continente a partire dal 2000. Un tasso di forestazione più basso e la creazione di nuove foreste "ha aiutato ad abbassare l'alto livello di emissioni di carbonio causato dalla deforestazione e dal degrado forestale" - ha osservato la coordinatrice della Valutazione delle risorse forestali mondiali dell'organizzazione delle Nazioni Unite Mette Loyche Wilkie.

 

“Senza decisi interventi da parte dei governi e dell'Italia che è tra i primi importatori di prodotti legnosi dal Bacino del Congo, dall'Amazzonia e dal Sudest asiatico” - ha concluso il presidente del Wwf Italia Stefano Leoni - "rischiamo un brusco ritorno all'alto livello di perdite degli anni Novanta e alla crescita delle emissioni globali di gas serra, rilevanti nel fenomeno dei cambiamenti climatici".