Under19 ignoranti sui temi hot: 1 su 10 si informa sul sesso guardando tv

di Anna Laudati

La Sigo (ginecologi e ostetrici italiani) denunciano scarsa informazione sessuale tra i giovani: 27% non usa anticoncezionali; aumentano le pillole del giorno dopo (+50%); 10mila ragazze incinte ogni anno. Ma a muovere i primi ripari ci pensa internet (di Angelo Di Pietro)

donnamoderna.jpgIl concetto di “Qualità e non Quantità” è perfettamente applicabile anche al sesso. Se ne parla tanto, ma se ne parla male. E così, tra scandali, pedofilia ed escort, spunta fuori anche una ricerca del San Raffaele di Milano sulla prevenzione e contraccezione, durante l’ultimo convegno della Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), tenutosi a Roma il 27 aprile: l’educazione sessuale avviene tramite la televisione per un adolescente su dieci. “In mancanza di punti di riferimento, gli adolescenti si rivolgono a internet, radio e piccolo schermo”, sono le parole di Giorgio Vittorini, presidente SIGO.

E l’effetto valanga di quest’ignoranza è l’aumento delle il 27% dei ragazzi non usa anticoncezionali, mentre le pillole del giorno dopo hanno un +50% rispetto il 2009 (370mila confezioni vendute solo nell’ultimo anno). Eppure gli Under19 sui temi hot ci dovrebbero sguazzare a loro agio: provate ad accendere MTv. Questo punto è ben focalizzato dallo stesso Vittorini, che afferma: “Visto che vip e presentatori tv possono influenzare gli adolescenti con comportamenti e messaggi, è indispensabile formare questi personaggi”. Ergo: l’appoggio allo star system potrebbe essere un buon inizio, anche se il problema fondamentale continua ad essere la latitanza decennale dell’educazione sessuale dalle scuole. Perché l’unico modo con cui è possibile contrastare i messaggi ambigui dei media, è che lo Stato faccia prevenzione.

Lasciando da parte la controversa analisi del background culturale italiano (lo sapevate che i preservativi sono stati fuorilegge fino al 1971?), una spinta verso la modernità, per sdoganare la parola “sesso” dall’attributo “tabù”, può avvenire solo con lo sforzo congiunto delle varie figure istituzionali. Le ultime polemiche sulla Ru486, ad esempio, hanno contribuito ad alimentare un senso di confusione, così come pure le parole di Ben16 sull’aborto o sull’inutilità dei profilattici nella prevenzione dell’Aids. Ovviamente nessun dito puntato e nessun processo in questa sede. Ma è evidente che ai giovani bisogna parlare chiaro. L’inchiesta del San Raffaele mette in evidenza anche il profondo silenzio generazionale. È la mancanza di dialogo una delle principali cause dell’ignoranza sessuale, dato che oltre il 70% dei genitori non discute apertamente con i figli di questi argomenti (non per nulla, su Google una delle principali voci cercate è “come si fa l’amore la prima volta?”).

I ragazzi parlano poco con gli adulti ma, fortunatamente, molto tra loro. È anche per questo che sono nati portali come www.studenti.it/educazione-sessuale,  forum del social Studenti.it creato e gestito in toto dai giovanissimi, e www.sceglitu.it, il progetto on-line di informazione sulla contraccezione, promosso dalla Sigo. Qualcosa, quindi, sembra che stia cambiando, e come sempre, internet ci libera da ogni colpa. D’altronde, l’esigenza di scoprire il sesso è forte quanto quella di capirlo.