Erasmus. Ughetta e la sua entusiasmante esperienza a Cordoba

di Anna Laudati

24 anni, messinese e laureanda in Scienze Politiche, ci racconta della sua esperienza ERASMUS a Cordoba, piccola cittadina spagnola. "Non ho mai avuto dubbi sulla destinazione .. adoro lo spagnolo e ho sempre considerato questa terra affine al mio modo di esternare affetto da ogni parte. Avevo bisogno di vivere .. e poche terre sono vive come la Spagna .. Tutto è iniziato lo scorso febbraio, una valigia piena di sogni .. ed eccomi lì, in quella città che mi ha regalato tanta forza, tanto coraggio e tantissima gioia. (Francesco Fulcoli)

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Ughetta ci racconta che l’Erasmus è come un filo che rimane in equilibrio tenuto da tante mani; mani italiane, mani francesi, mani spagnole… Erasmus è “Insieme”

Andare in una piccola città come Cordoba, permette ai “nuovi arrivati” di conoscersi uno per uno, di creare un gruppo che diventa il punto di riferimento. Non posso negare che qualche volta io mi sia sentita spaesata, lontana.. la vicina di casa mi ha anche sbattuto la porta in faccia perché pensava fossi una venditrice ambulante. All’inizio farsi capire è un po’ complesso. Piano piano, tutto diventa più semplice e finisci col dire “hola” invece che “salve”.

Ripensa alla sua esperienza con un po’ di malinconia e ci porta per mano alla scoperta di un mondo fantastico fatto di amicizia, amore, studio e divertimento.

A distanza di mesi dal mio ritorno, il mio pensiero è sempre lì..a quella magica Andalusia, un regno in cui il sole tramonta alle 22 e le notti finiscono alle 9 del mattino. Ho conosciuto persone alle quali mi sono legata con tutta me stessa. Trovarsi insieme in una terra sconosciuta, condividere esperienze molto forti crea dei legami inspiegabili. Persone delle quali non puoi più fare a meno anche per le cose più stupide. Feste in discoteca, botellòn in casa, viaggi organizzati all’ultimo secondo pur di visitare la Spagna, e questo sempre insieme. L’odore del mio piso, il sole rassicurante di quella città, timida ma orgogliosa, frammenti di notti folli, promesse di amicizia.

E poi gli spagnoli..non riesco a capire dove trovino tutta quell’energia, quella voglia di godere anche solo di una birra, di un vaso di tinto de verano. I negozi spesso aprono alle 10 e la siesta dura fino alle 17! Il sabato è rigorosamente riposo. Ecco, loro investono sulla qualità della vita. Gli andalusi amano la loro terra, si impegnano per “glorificarla” e poi sono molto disponibili e affettuosi. Ho assecondato questo vortice per mesi e probabilmente mentre vivevo non riuscivo a capire fino in fondo cosa mi stesse accadendo, ma la cosa più importante è forse la certezza d’essere stata sempre me stessa, d’aver donato pezzi di me a persone che poco meno di un anno fa erano degli estranei.

Un esperienza importante che ha portato la nostra amica a maturare e crescere. Le ha insegnato cosa sia la socializzazione e la conoscenza.

L’idea d’essere stata un punto di riferimento, di essere riuscita a trasmettere emozioni, d’essermi “fatta da sola” rappresenta per me un enorme traguardo. Ho conosciuto persone stupende è vero, ma ho imparato per necessità ad essere anche cinica e meno ingenua. Un esperienza che mi ha investito dalla testa ai piedi..e per una come me abituata ad essere metodica e precisa nello studio, riuscire a passare con fatica certi esami, è stato terribile. Ecco, penso che l’università sia stato l’aspetto più “ansioso”… Chi pensa che in Erasmus gli esami siano facilissimi, beh si sbaglia terribilmente. Almeno questa è stata la mia esperienza. Le università sono invece efficientissime, dalle biblioteche, alle sale di informatica, agli spazi ricreativi.

Poi improvvisamente la luce del racconto si affievolisce lasciando spazio ad una tenera tristezza.

Le ultime settimane, dopo il viaggio ad Ibiza e la Feria di Cordoba, le abbiamo vissute un po’ “malinconicamente” con la certezza di chi sa che tutto sta per finire. Io sono stata una delle ultime ad andare via e veder partire certe persone alle quali mi ero legata tanto è stata un’emozione intensa, a metà tra la tristezza per il distacco e la gioia d’aver vissuto insieme.

Il ritorno in Italia non è stato dei più facili. Lasciare quella terra che tanta vita aveva donato era come tradirla. Amici che si allontanano ed emozioni che svaniscono in ricordi che lasciano un sorriso sul volto e la speranza di rincontrarsi.

Appena tornata, appena uscita dal vortice, per tutta l’estate mi sono sentita come una margherita senza petali. Ho continuato a sentire le persone alle quali ero più legata… abbiamo organizzato a Roma un meeting a fine ottobre… rivederci è stato emozionante ma ci siamo tutti resi conto che niente era e non sarà più come prima. Quando ho preso coscienza di questa verità, l’ho vissuta un po’ male… non riuscivo a capire come persone che avevo sentito così vicine a me, con le quali ho condiviso emozioni così intime potessero apparire ora così lontane. Poi ho capito che l’eccezionalità di questa esperienza sta proprio nel fatto che sia stata unica e irripetibile. A quel punto ho iniziato a sorridere.

La vita di Ughetta ha ripreso il suo normale corso ma con un bagaglio di esperienze con pochi eguali.

Adesso sto per concludere la specialistica in Scienze Politiche indirizzo sociologico e sto dedicando la mia tesi di laurea proprio alle dinamiche di gruppo che si creano in un frame come quello dell’Erasmus. Prospettive per il futuro? C’è chi dice che la depressione post-erasmus si vince mettendosi nuovamente in viaggio.. io non so ancora cosa farò, ritornare in Spagna sarebbe una bella idea ma solo a patto d’aver in mente un progetto di studio e lavoro “sicuro”. Senza ombra di dubbio voglio viaggiare..è diventata ormai una necessità, ma l’Italia è pur sempre la mia culla, non so se mi sento di abbandonarla definitivamente. Ad ogni modo qualunque cosa farò o qualsiasi luogo in cui vivrò, spero che il tempo per ricordare non mi basti mai.

Il progetto Erasmus non incoraggia solamente l'apprendimento e la comprensione della cultura ospitante ma anche un senso di comunità tra gli studenti appartenenti a paesi diversi. L'esperienza dell'Erasmus è considerata non solo un momento universitario ma anche un'occasione per imparare a convivere con culture diverse, oltre che un momento in cui lo studente inizia ad assumere delle responsabilità. Ughetta ce l’ha fatta e come lei tanti altri giovani italiani! Aprirsi al mondo aiuta la comprensione, la tolleranza, la civiltà, il rispetto per il prossimo.