In viaggio tra i giovani della “2G”: “Emigrare non è stato facile ma col merito e la fratellanza…”

di Gianfranco Mingione

Non è mai facile lasciare la propria terra per un’altra. Vivere in luoghi distanti da quelli in cui siamo nati e cresciuti per molti anni che non si dimenticano mai. Ma il cambiamento può darci anche conoscenza, confronto nel segno di una nuova ricchezza e nuove sfumature da cogliere e scoprire. (Gianfranco Mingione)

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La storia di Yassine è la prova, la conferma che un cambiamento è anche positivo e che non ci sono solo cose brutte nel trasferirsi, nel vivere nuove culture, nuove scuole, nuove case, nuove persone. E’ la storia di un ragazzo che attraverso un aspetto importante del vivere quotidiano, la formazione scolastica, di cui tanto si parla ultimamente, è riuscito ad aprirsi al confronto e al dialogo con i suoi nuovi compagni di scuola e di amicizia. L’inclusione passa e si vive in mille modi. L’inclusione ha mille sfaccettature di un’unica grande faccia: la diversità.

Mi chiamo Yassine e sono uno studente di nazionalità marocchina residente a Reggio Calabria. Nel 2004 sono emigrato in Italia assieme alla mia famiglia, per raggiungere mio padre che viveva qui da oltre 20 anni, in un piccolo paesino di provincia.  Il trasferimento verso la “nuova terra” non è stato facile, come non lo è stato accettare la nuova lingua, cultura, gente, vita… oltre a dimenticare la vecchia falsa immaginazione sull’occidente. Così l’integrazione oltre ad essere un dovere fu una necessità.

Nel proseguire gli studi, scelsi d’iscrivermi all’Istituto Tecnico Industriale “A. Panella”. Proprio qui, il 10 dicembre 2010, ho vinto la borsa di studio 2010/2011, istituita in memoria del professore Italo Falcomatà. Un segno d’integrazione e di superamento di diversi problemi sociali e disciplinari, problemi non legati al “permesso di soggiorno”.

Come avrete notato la meritocrazia, l’integrazione e lo spirito di fratellanza in una terra come la Calabria esiste ancora… Tutto ciò è reale, anche se il più grande problema che ci perseguita è la burocrazia, che fa sentire, ancora oggi, figli di nessuno i figli di questa terra.

A tal proposito vorrei che si finisse di parlare solo del lato negativo delle cose per sentir parlare molto di più di quanto di buono fanno i giovani della seconda generazione. Una generazione che cerca di dare un ottimo contributo allo sviluppo attuale e futuro della società volto a costruire l’avvenire in questa meravigliosa terra amata da noi giovani e non da chi la governa.

 Yassine {jcomments on}