Viaggiando con “Marco Polo”: le nuove guide del turismo a basso costo per i giovani

di Anna Laudati

Degli strumenti agili e giovanili per viaggiare in Italia e nel Mondo senza spendere troppo. Sono da oggi in libreria le “Guide Marco Polo”, un progetto editoriale della EDT, casa editrice specialista del settore turistico e già editrice delle guide Lonely Planet. (Sara Pulvirenti)

viaggiare Quella di oggi è la prima uscita e vede protagoniste quattro regioni italiane (Trentino Alto Adige, Puglia, Sardegna e Sicilia), una città d’arte (Roma), tre mete balneari estere (Corfù, Malta, Mar Rosso e Nizza) e quattro capitali internazionali (Amsterdam, Londra, New York e Stoccolma. 

Le Guide Marco Polo, che hanno già riscosso grande successo in Germania, dove sono state ideate, permettono l’organizzazione di viaggi a budget bassi che prevedono una sosta di pochi giorni. Oltre alle classiche indicazioni di dove dormire o mangiare, i piccoli volumi tascabili, propongono itinerari strutturati ora per ora, con annesse segnalazioni di locali, luoghi e attività da scoprire. Ma non finisce qui: all’interno delle guide sono inserite le descrizioni, i suggerimenti e gli aneddoti di chi vive quotidianamente quelle realtà. 

E per rendere la visita ancora più agevole, sono state allegate delle carte stradali, per chi ha intenzione di regalarsi una vacanza on the road. All’interno delle carte, sono presenti degli stickers removibili per la costruzione visiva del proprio itinerario, proprio come fosse un navigatore. Le guide costano 9,90 euro e sono prevalentemente rivolte ai giovani. Chiaro segno di questa targettizazione sono le “veloci”, una sorta di spot con le indicazioni di curiosità e cose da evitare, ed anche i numerosi riferimenti a blog, podcast e portali web. 

In vista della primavera e delle vacanze estive, le guide Marco Polo si presentano quindi come una valida alternativa al web, capace di guidare i turisti alla scoperta di un nuovo modo di viaggiare. John Steinbeck, scrittore statunitense e premio Nobel nel 1962, forse avrebbe concluso questo articolo, ricordandoci che “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”.