Verona. Inizia il sedicesino giorno di digiuno dei giovani contro la guerra e il nucleare

di Anna Laudati

Prosegue dal 27 marzo il digiuno di cibo e parola di 90 giovani italiani, ma altri se ne stanno aggiungendo, promosso dal Movimento Nonviolento nazionale , associazione pacifista veronese che ha scelto questo mezzo per opporsi alla guerra e al nucleare. (Chiara Matteazzi)

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I recenti e attuali fatti che hanno sconvolto il mondo intero, dal terremoto in Giappone alla guerra in Libia, non sono che le ennesime istantanee di un mondo e di una società in piena decadenza. “Si fa la guerra, contro l'umanità e contro la natura, per il potere energetico, per lo sviluppo infinito dei consumi. Quello che sta accadendo, in Giappone come in Libia, è un segnale di allarme che dobbiamo cogliere. Tutti dicono che le cose vanno sempre peggio, che così non si può andare avanti. Ci vuole un cambiamento”, così recita l’appello promosso dal Movimento Nonviolento.

Un cambiamento è necessario, al fine di rivoluzionare il sistema in cui oggi ci troviamo invischiati e di costruirne uno nuovo, che rimetta al centro l’essere umano, la solidarietà, e non il profitto, la violenza e gli interessi personali. I ragazzi e le ragazze del Movimento hanno scelto di mettersi in gioco concretamente, scegliendo di rinunciare al cibo e alla parola.

Rinunciano da 16 giorni a mangiare per le sofferenze e la fame che ogni guerra porta con sé; scelgono il silenzio per mettere in evidenza quanto, nell’era delle (tele)comunicazioni, la parola si faccia portatrice di menzogna: basta una bella etichetta, e le colpe sembrano lavate. Basta chiamare “operazione umanitaria” una guerra, per legittimare la più efferata delle azioni.

È un silenzio simbolico, ma che ci invita a riflettere, che chiama in causa le nostre coscienze di persone ancor prima che di cittadini. La parola, quando strumentalizzata, ha il potere devastante di allontanarci da noi stessi, dalle scelte etiche che naturalmente saranno portati a compiere. I promotori di questa iniziativa sono i primi ad essere tristemente consapevoli del fatto che le guerre, purtroppo, non si fermano con i digiuni, ma questa non è una ragione sufficiente per non agire, per continuare a testa bassa ad assistere da spettatori inermi quanto accade intorno a noi.

Oggi più che mai c’è il bisogno di una società civile che dimostri di essere presente, attenta. C’è bisogno di spezzare quel concatenarsi malato e distorto di informazioni spazzatura, e forse il silenzio in questo caso ha una forza assordante. Perché paradossalmente, rifiutarsi di parlare a volte significa anche rifiutare di farsi plasmare, plagiare, significa evitare di cadere in quelle categorie di interpretazione imposta che sembrano essere le uniche, quando invece sono state scelte da qualcuno per puro tornaconto.  

Il digiuno, si legge ancora nell’appello, diventa allora “atto di assunzione di responsabilità”. Ma anche una grande metafora. Senza cibo né voce, l’uomo è destinato a perire. Ed è esattamente questo che succede nelle guerre, che è successo a Fikushima, e che continuerà a succedere se non spezzeremo questo circolo di morte e distruzione, alimentato dall’egoismo e la menzogna.  

Un piccolo gesto dunque, ma anche tanto ambizioso. Sono già in molti ad aver sottoscritto l’appello del Movimento Nonviolento e ad aver iniziato il loro simbolico digiuno. E agli scettici, si legge ancora nell’appello, si propone di “provare, per un giorno solo”, per capire quant’è difficile e invece faccia bene la nonviolenza. Questi giovani hanno preso una posizione, sono usciti allo scoperto. È questa la cosa che più ci deve far riflettere.

C’è un filo sottile che lega la Libia a Fukushima, ed è quello delle scelte fatte con criteri sbagliati, dove il benessere dell’essere umano non è che un dettaglio incidentale. Questo non può non farci arrabbiare. È il momento dell’azione, quella concreta, lucida e auto consapevole. La società, qualsiasi società, dovrebbe essere lo specchio delle persone che la compongono. È davvero quella di oggi l’immagine che vogliamo vederci riflessa?

Chi desidera aderire al digiuno lo può comunicare a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..