Il Presidente del Consiglio ai giovani: “Fate politica ma prima di tutto lavorate"

di Anna Laudati

“Le occasioni bisogna crearsele tentando in tante direzioni. Trovate un lavoro, createvi una professione, cambiate spessissimo. Cercate lavoro magari all’estero". Il Presidente Silvio Berlusconi 'docet' (di Anna Laudati)

berl_seduto_con_meloni.jpgLa cornice è quella del parco Celio nei pressi del Colosseo per Atreju. Centinaia i ragazzi presenti, tra addetti ai lavori, autorità e giornalisti. Ma le parole del Presidente, per circa due ore e mezza di intervento, dalle 19.00 alle 21.30 sono state tutte per i giovani e non solo quelli presenti del Pdl, ma per tutti i giovani italiani. Una sorta di invito ad aiutare lo Stato a sollevarsi attraverso il loro singolo impegno sia politico che lavorativo. “Va bene impegnarsi nella politica, ma non si può pensare né sperare di fare i funzionari a vita. Cercate oltre che studiare di costruirvi una professione”. Silvio Berlusconi, Presidente al suo terzo mandato, si presenta all’evento di Atreju, accompagnato dal Ministro più giovane mai nominato, Georgia Meloni.

Una “spalla” ad hoc, visto che si trattava di dialogare con i giovani e giusto per abbassare un po’ la media dell’età sul palcoscenico. Ma il primo ad ironizzare sui numeri è proprio lui. E non è solo in tono scherzoso, poiché fa sul serio quando tra un incoraggiamento e l’altro, cosa difficile di questi tempi, con un po’ di nostalgia e melanconia, dice ai presenti: “Non disperate mai poiché voi avete la più grande ricchezza: l’età a vostro favore. Cosa che io e altri non possediamo più da tempo”. E come contraddirlo?  Le domande da parte dei giovani si sono susseguite a raffica. Dopo una delle due barzellette raccontate, come al solito, per sdrammatizzare, una ragazza ha esordito così: “Presidente,  ora parliamo di cose serie. Il suo Governo cosa ha intenzione di fare sul problema del lavoro e precariato?”. 

Claudia Silvestri di Roma invece ha chiesto delucidazioni “sulle leggi giovanili e su l’eventuale intenzione di costituire delle comunità giovanili”.   “Il Governo italiano – ha dichiarato il Presidente – sta facendo in modo che per i giovani ci siano ulteriori esperienze che vadano ad aggiungersi alla formazione scolastica”.  Il messaggio ai giovani è stato forte e chiaro. Nulla di già servito e pronto ma tutto da costruire con forza, sacrificio e determinazione. Ecco la lezione del Cavaliere ai giovani alla festa di Atreju. In realtà un messaggio inviato a tutti i giovani italiani. Niente illusioni e posti promessi. “Le occasioni bisogna crearsele – continua il Presidente - tentando in tante direzioni.

Trovate un lavoro, createvi una professione, cambiate spessissimo. Cercate lavoro magari all’estero così vedrete l’Italia da Parigi, dalla Spagna, da New York e quando rientrerete sarà tutto molto più facile. E se non trovate l’occasione giusta allora createvela da soli. Io sono il manifesto di un tale teoria. Certo sono stato agevolato poiché ho vissuto anche in un periodo storico meno complicato del vostro e ho saputo prendere le occasioni giuste. Ma sono convinto che se uno lo vuole veramente può raggiungere gli obiettivi che si é prefissato.

Il traguardo che vi prefissate deve essere sempre uno dei più difficili e irraggiungibili, solo così otterrete il meglio.  E anche se una situazione non è fortunate siate certi che da un male pure si può trovare un qualche aspetto positivo. E anche se gli atri ti beffeggiano – ha concluso -  e ti chiamano pazzo e dicono che il tuo progetto è una follia, andate dritti per la vostra strada . Anche di me dicevano che ero un pazzo. Un pazzo che ha creduto nei suoi sogni e che ancora oggi é qui a presiedere per la terza volta il Consiglio dei Ministri”.

Il Cavaliere vede sempre il bicchiere mezzo pieno. E come non potrebbe lui che ha avuto una vita sempre in salita?  Lo vede anche ora che dopo il susseguirsi delle stangate autunnali, noi italiani viviamo quasi soffocati da quel “mezzo bicchiere d’acqua”. Non resta che darsi da fare tutti, giovani, adulti, anziani e anche bambini.