L’Erasmus e i suoi venticinque anni: la gioventù d’Europa sempre più unita
Il Progetto Erasmus compie 25 anni:breve storia dell’esperienza europea più conosciuta dai giovani. (Lorenzo Quilici)
Il Progetto Erasmus (acronimo di European Action Scheme for the Mobility of University Students) compie venticinque anni, nascendo come risposta politica comunitaria a una necessità di libera circolazione degli studenti universitari del Vecchio Continente.
L’Europa dei mercati e dell’economia cominciava allora ad avvertire il disagio di un’Europa dei cittadini ancora tutta da costruire, o quasi. Con il crollo del Muro di Berlino, l’Europa ha potuto finalmente unirsi sotto un'unica bandiera: la bandiera della libertà.
Il nome del programma deriva dall’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam (vissuto nel XV secolo) che viaggiò diversi anni in tutta Europa al fine di conoscerne e comprenderne le varie culture.
Attraverso lo studio universitario, l’Erasmus nel corso degli anni sta assolvendo impeccabilmente il compito per cui ha visto luce: avvicinare gli uni agli altri i vari popoli europei, contribuendo alla costituzione di un’Unione Europea “con l’anima”, fatta non solo di burocrati e di banchieri, ma anche di giovani preparati ed efficienti, pronti a giocarsi il loro futuro nel mercato del lavoro europeo.
Sicuramente dalla capacità di identificare, affermare e valorizzare il patrimonio di capitale umano e sociale del popolo europeo dipenderà anche la crescita e lo sviluppo della nostra società nei prossimi anni. Scienza e formazione universitaria già ne rappresentano lo strumento principale: l’Erasmus può dunque essere inteso come un momento di passaggio, così come lo era una volta il servizio militare per i ragazzi o l’università della prima metà del novecento. Momenti che sanciscono la conclusione dell’adolescenza e l’ingresso nel mondo degli adulti: l’Erasmus dunque è e continuerà ad essere un “rito di passaggio” comunitario, rigorosamente in chiave europea.