Incentivare la realizzazione di momenti in cui i giovani possano essere protagonisti"
In un panorama giovanile molto frammentario, chi sono e come possono definirsi oggi i giovani? Definire i giovani oggi è forse impossibile. Alcuni tentano di analizzarli come fossero un blocco monolitico. In realtà i giovani rispecchiano le divisioni e le frammentazioni presenti nella nostra società. Possiamo dire che i giovani sono naturalmente destinati a portare innovazione, se non altro per il fatto che davanti a sé hanno l’età adulta, e la maturità, da raggiungere. Per questo hanno un desiderio naturale di cambiare le cose.. non è detto sempre in meglio…
La scuola, teatro di continui cambiamenti, vede in questi ultimi mesi delle rivoluzioni di non poco conto. Reintroduzione del voto di condotta, richiamo ai valori fondamentali, insegnamento dell'educazione civica. Queste solo alcune delle importanti riforme avviate dal neo-Ministro Gelmini. Cosa ne pensa a riguardo? La scuola è uno dei soggetti incaricati dell’educazione dei giovani. Non l’unico. E’ evidente che oggi vi sia una grande necessità di avere una scuola che innanzitutto sia capace di educare. Abbiamo bisogno di una scuola esigente, che non accetti compromessi al ribasso. Una scuola che tuteli i soggetti più in difficoltà, ma che al tempo stesso sia capace di valorizzare quelli più meritevoli. A scuola inoltre si deve imparare a vivere in comunità, a vivere da cittadini rispettando la libertà di ognuno. Tutte le riforme che vanno in questo senso sono ben accette. Attendiamo di vedere se, nel complesso, quella proposta dal ministro Gelmini riuscirà a darci una scuola con insegnanti motivati, strutture adeguate e programmi realmente “esigenti”.
Il Neo Governo, sembra mostrare attenzione alle problematiche giovanili. Quali sono le scelte positive compiute sinora, e quali le azioni che a suo parere sono necessarie per migliorare le tematiche giovanili nel nostro Paese? Positiva è stata sicuramente la scelta di mantenere in vita il ministero per la gioventù. Questo per ricordare che i giovani sono il futuro di questo Paese. Il lavoro da fare è molto. Penso ad una legge quadro sulle politiche giovanili che coinvolga tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di giovani. Penso alle politiche di accesso al credito, a quelle per la casa (oggi è impossibile pensare di poterla acquistare me spesso anche pensare di poterla affittare), quelle a favore delle famiglie numerose. Queste ed altre misure sono necessarie perché si possa realmente parlare di politiche per i giovani.
Cosa sono le Commissioni del Forum, come funzionano e quali risultati hanno prodotto sinora? Puoi indicarci alcuni esempi significativi? Le commissioni del forum sono commissioni tematiche. Da quella dedicata all’welfare a quella per lo sport. Da quella per l’ambiente a quella per gli affari internazionali. Sono composte da ragazzi provenienti dalle associazioni che compongono il forum ed hanno l’obiettivo di realizzare attività e documenti riguardo al tema di cui si occupano. Le commissioni hanno il grande pregio di mettere assieme persone che provengono da storie associative e culturali spesso molto diverse. Dal confronto nasce la proposta. Come dalla commissione dedica al welfare, da cui è scaturita la nostra campagna dedicata alla previdenza complementare.
Il Ministro della Difesa La Russa, affrontando l'argomento del servizio militare obbligatorio, parrebbe intenzionato a riproporre, anche se su basa volontaria, la vecchia leva obbligatoria. Cosa ne pensa al riguardo? Non è meglio potenziare l'attuale servizio civile per veicolare al meglio valori comuni come il rispetto e la tolleranza presso i giovani? Io sono per il servizio civile obbligatorio. Ovvero sono d’accordo che un giovane dedichi obbligatoriamente un anno della propria vita al proprio paese. Ma vorrei lo facesse attraverso il servizio civile, che è una grande occasione, oltre che di servizio, di formazione.
Giovani e arte. Quanto e cosa fa il Forum per incentivare lo Stato a sostenere i giovani a coltivare e curare quest'importante e fondamentale aspetto culturale che ha reso unica e internazionale la nostra amata Italia sino ad oggi? Spesso si parla di incentivare la creatività. Giusto. Ma non tutti sono artisti e non è giusto che tutti lo siano. La nostra società spinge i giovani spesso a voler essere artisti senza sapere che esserlo realmente richiede sacrificio e spesso il rischio di non essere compresi. Credo serva di più educare i giovani a comprendere l’arte, ad amarla. Oggi tanti giovani vorrebbero essere artisti, ma quasi nessuno si interessa veramente di arte. Servono persone capaci di appassionarsi all’arte. E’ questo che oggi manca. Quanti giovani vanno regolarmente a visitare musei o ad ascoltare concerti di musica seria? Quanti si nutrono dell’arte prodotta nei secoli dal nostro Paese? Credo molto pochi… eppure molti vogliono essere artisti.. eppure molti parlano di valorizzare la creatività dei giovani… serve valorizzare la proposta culturale.. così si valorizza la creatività. Per quanto ci riguarda tentiamo di sostenere tutte le iniziative di cui siamo a conoscenza che pongono al centro i giovani talenti. Tentiamo di incentivare la realizzazione di eventi culturali e di momenti in cui i giovani possano essere protagonisti.
Meritocrazia, sta diventando un termine molto di moda e il “mal di merito” comincia a essere considerato una delle componenti del malessere dell’Italia. Per il Forum Nazionale dei Giovani, che lei rappresenta è un sogno realizzabile o una mera utopia? Meritocrazia è una parola fondamentale per il futuro dell’Italia, soprattutto se si tratta di soppiantare la cooptazione e la raccomandazione. Ma questa parola porta con sé anche dei rischi. Perché la meritocrazia presuppone che tutti partano dalla stessa situazione, che tutti abbiano cioè le stesse possibilità. E sappiamo che ciò non è possibile. Una persona nata in un Paese dell’Africa rispetto a una nata a Roma quanto sforzo in più dovrà fare prima di raggiungere quello nato a Roma? Nonostante i meriti, la condizione in cui si è nati, che non è un merito, conta molto e non si può non tenerne conto. Forse per questo la meritocrazia è un’utopia. Ma in tempi come questi parlare un po’ di merito, tenendo presente ciò che ho detto sopra, non credo faccia male…