Posto fisso vicino a mamma e papà? Parla Antonio De Napoli, portavoce del Forum Nazionale dei Giovani

di Katia Tulipano

"Dobbiamo creare un ecosistema di opportunità per i giovani, è questa la vera sfida. Il resto sono slogan che non interessano al Forum Nazionale dei Giovani". (Katia Tulipano)

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Lo scorso 2 Febbraio i rappresentanti del Forum Nazionale dei Giovani sono stati ascoltati nel corso dell’audizione presso la 10^ commissione permanente del Senato della Repubblica, in merito alla conversione in legge del cosiddetto decreto “Cresci Italia” (seconda parte della manovra arrivata dopo il pacchetto di riforme “Salva Italia”). Liberalizzazioni, accesso al credito, lavoro, infrastrutture, mobilità, concorrenza. Tante le questioni analizzate. I rappresentanti del FNG si sono soffermati su quelle che riguardano più da vicino il ruolo ed il protagonismo dei giovani nello sviluppo del Paese, facendosi portavoce delle loro istanze. All’indomani dei nuovi affondi del Governo sul posto fisso e disoccupazione giovanile che hanno immediatamente scatenato la polemica sul web, con Antonio De Napoli, portavoce del Forum, facciamo il punto su questi temi.

 

Qual'è la posizione del Forum dei giovani sulle liberalizzazioni?
Questo è un paese in cui i privilegi di pochi si riflettono sui consumi di molti. Pensiamo al sistema distributivo dei farmaci e del carburante: come abbiamo detto alla 10a Commissione del Senato in audizione, il principio guida deve essere il vantaggio dei consumatori, soprattutto dei più giovani. Facciamo l'esempio delle professioni: è un decennio che si parla di liberalizzare le professioni e a parole, sono tutti d'accordo, partiti, società civile, gli stessi ordini. Ma i fatti e le norme non si sono ancora visti. Se questo Governo è capace di creare innovazione sociale, mobilità e opportunità per le giovani generazioni, avrà fatto il bene del Paese sul lungo periodo.

Il problema centrale per voi è l'accesso al credito dei giovani. In merito avete avanzato al Governo una richiesta concreta: garantire i mutui per i giovani. Ci spieghi questa vostra proposta?
L’articolo 8 del decreto “Salva Italia” del Governo Monti ha dato alle banche la possibilità di emettere obbligazioni garantite dallo Stato. La garanzia statale serve a rendere più solide queste nuove obbligazioni. Sulla procedura di emissione e di concessione della garanzia vigila la Banca d’Italia, per evitare che le banche approfittino di questa possibilità. Questo provvedimento nazionale, inoltre, si è felicemente abbinato alle decisioni della BCE sulla diversificazione della natura dei titoli che possono essere utilizzati come garanzia nelle aste di rifinanziamento. La proposta del FNG ha come obiettivo quello di sfruttare al meglio queste nuove possibilità. Lo Stato potrebbe concedere la sua garanzia non più esclusivamente sulle obbligazioni bancarie, ma anche sugli stessi mutui, specificatamente su quelli richiesti da giovani e da giovani famiglie al fine di acquistare un’ abitazione o per sviluppare una PMI, che le banche poi possono cartolarizzare per rifinanziarsi presso la BCE. In questo modo, la garanzia statale darebbe la possibilità a più giovani, anche a quelli con contratti precari, di avere accesso al credito. Si propone al Governo Monti di spostare la garanzia dalle obbligazioni bancarie ai mutui o di richiedere alle banche di utilizzare questa garanzia per entrambi i fini imponendo una quota minima da destinare ai mutui. Anche questa operazione dovrebbe essere, ovviamente, ben controllata dalle autorità di vigilanza per evitare che le banche utilizzino senza criterio la garanzia statale.

E quali, secondo voi, le ricadute positive per i giovani e per l’economia?
Questa proposta ha il merito di conferire alla garanzia statale una ricaduta positiva e diretta sull’economia che sui giovani. Infatti i giovani verrebbero messi in condizione di costruire una parte importante del loro futuro, peraltro senza dover richiedere a genitori o altri parenti garanzie accessorie da concedere alla banca per ottenere i prestiti. Ciò, a sua volta, potrebbe liberare ulteriori risorse, visto che i genitori non sarebbero gravati dalla fidejussione. Pensiamo che la soluzione da noi individuata soddisfi contemporaneamente la necessità di incrementare la liquidità nel sistema bancario; la necessità di sostenere il sistema bancario per evitare gravi problemi sistemici; ed infine necessità di favorire l’accesso al credito dei giovani.

Durante l'audizione si è parlato anche di infrastrutture e mobilità. Quali le esigenze dei giovani rispetto a questi due temi?
Abbiamo detto senza troppi peli sulla lingua che non possiamo non rilevare il gap infrastrutturale che separa l’Italia dalle medie europee e che pone, in particolare, il sud del nostro Paese in una situazione di non piena espressione del suo potenziale di sviluppo economico. Meno mobilità significa meno competitività: non possiamo ignorare ciò che accade in Sicilia ed in Calabria con il taglio dei treni notte e dei treni regionali. L'esperienza del coordinamento calabrese di associazioni giovanili I-solati è emblematico su questo aspetto.

Non pensi che con le recenti dichiarazioni prima di Monti e ieri dei Ministri Cancellieri e Fornero su lavoro e disoccupazione giovanile il Governo si vesta dei panni della volpe nella famosa favola di Esopo? Non essendo in grado di offrire una riforma del mercato del lavoro tale da metter i giovani in condizioni di scegliere il tipo di contratto lavorativo che più si addice al proprio profilo, definisce il posto fisso come “monotono”, una "illusione” e espressione della volontà di rimanere “a casa con mamma e papà”.
Sul tema giovani e lavoro non possiamo accettare la minima semplificazione. Bamboccioni, sfigati, monotoni, attaccati a mamma e papà... questi ministri dovrebbero capire che la loro generazione ha lasciato alla nostra generazione un debito pubblico e un welfare vergognoso. Punto. Una volta compreso questo aspetto, con serenità rispondiamo che noi il mito del posto fisso non lo abbiamo mai avuto, dato che la nostra è la generazione del "contratto a progetto". Ma sia chiaro che la flessibilità non può essere a senso unico e non può essere richiesta solo a noi. Se non si desidera un sistema generalizzato di precariato, alla flessibilità sul mercato del lavoro da parte dei giovani, deve corrispondere continuità retribuitiva e apertura delle banche per l'accesso al credito. Dobbiamo creare un ecosistema di opportunità per i giovani, è questa la vera sfida. Il resto sono slogan che non interessano il Forum dei Giovani.{jcomments on}