"Noi Crediamo": Giorgia Meloni racconta il suo ultimo libro

di Lorenzo Quilici

Abbiamo intervistato l’on. Giorgia Meloni, deputato del Pdl ed ex Ministro della Gioventù, che ci ha raccontato come è nato il suo libro “Noi crediamo”, lavoro che vuole essere una sorta di inno ai giovani di talento e che racconta le storie di coloro che rappresentano la cosiddetta “meglio gioventù”. (Lorenzo Quilici)

melonigiorgia Il suo libro narra le storie positive di giovani italiani che possono essere un modello. Perché ha voluto scrivere questo libro?
I media sono prontissimi a raccontarci dettagliatamente atti di bullismo e delinquenza di qualche ragazzo, mentre sono meno attenti quando si tratta di far conoscere le numerosissime belle storie della gioventù italiana. Il libro ha più destinatari: i giovani, che hanno maggiormente bisogno di esempi positivi che di critiche, e poi i loro genitori, poiché comprendano che è necessario anche essere degni dei  figli.

 In un periodo di crisi, indicare buoni esempi può essere la via per ritrovare fiducia?
Sicuramente: il messaggio che desidero trasmettere è che, anche se non si nasce in una famiglia importante o con ampi mezzi finanziari, è necessario credere nei propri sogni, gettando il cuore oltre l’ostacolo per realizzarli.

Qual è l’esperienza di vita che l’ha colpita maggiormente tra quelle raccontate?
Sono tutte storie di “ordinaria ribellione”, dotate di grande forza e significato. La pubblicazione del libro è avvenuta nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia: questa coincidenza oggi mi fa pensare alle vicende di Goffredo Mameli e di Alessandro Romani. Le loro storie, quindi, assumono un significato particolare poichè entrambi hanno scelto di servire l’Italia fino al massimo sacrificio, a distanza di 150 anni e migliaia di chilometri l’uno dall’altro.

A proposito di Goffredo Mameli, a lui è dedicato l’ultimo capitolo; perché ha scelto di concludere il libro raccontando proprio la sua storia?
Molto spesso i ragazzi vedono come miti personaggi stranieri che hanno combattuto per la giustizia e la libertà, sapendo poco della vicenda personale e storica di questo giovane italiano che, con passione e coraggio, ha dato la vita perché gli stessi ideali potessero avere la meglio nella nostra Patria. Magari una maglietta con il volto di Mameli invece che con quello di personaggi boliviani piuttosto che scozzesi, avrebbe più ragione di essere.