FareAmbiente: i giovani a difesa del patrimonio ambientale

di Lorenzo Quilici

Abbiamo fatto qualche domanda alla dott.ssa Federica Ricci, presidente nazionale dei giovani di Fare Ambiente, movimento ecologista europeo presente in tutte le regioni italiane. (Lorenzo Quilici)

fareambiente Cosa significa per un giovane far parte di un movimento ecologista? Quali sono le ragioni che lo spingono ad impegnarsi in esso?
Per i giovani oggi avvicinarsi al mondo dell’associazionismo significa trovare delle risposte che la politica a volte tarda a dare.
FareAmbiente nasce da un gruppo di docenti universitari e imprenditori che hanno voluto contrastare il diffuso ambientalismo demagogico che per troppi anni ha deturpato, e tutt’oggi causa danni spesso irreversibili nel nome di un’immobilistica tutela dell’ambiente non orientata verso uno sviluppo sostenibile.
La politica in tema di ambiente rappresenta un impegno trasversale della politica che deve obbligatoriamente vedere i giovani impegnati in prima linea. “Ricordiamo che le scelte di oggi condizioneranno il nostro futuro,  per questo motivo abbiamo il dovere e l’obbligo morale di poter decidere le migliori strategie da intraprendere per tutelare il nostro patrimonio culturale e ambientale.
Ci auguriamo che FareAmbiente giovani possa diventare un punto di riferimento per tutti i giovani cittadini italiani e di poter progettare insieme una strategia di intervento volta a tutelare l’ambiente nel rispetto delle generazioni presenti e future”.
Oggi il coordinamento nazionale giovanile è presente in tutte le regioni e le province d’Italia; al nostro interno abbiamo giovani professionisti, imprenditori e ricercatori universitari desiderosi di far sentire la propria voce e dare il loro contributo per garantire la tutela dell’ambiente nel rispetto anche delle future generazioni.

A tuo parere in Italia l’ambientalismo, inteso come diffusione di una cultura volta alla tutela e alla difesa dell’ambiente, soprattutto fra i giovani è sviluppato?
Le giovani generazioni sono sicuramente più sensibili alle tematiche ambientali rispetto alle precedenti, le quali hanno spesso sfruttato le risorse piuttosto che pensare a tutelare l’ambiente. Oggi sono evidenti a tutti i risultati di scelte sbagliate, ricordiamo che in Italia ha dominato per lungo tempo un ambientalismo demagogico e dei no a priori: pensiamo ai rifiuti a Napoli, aver detto no agli impianti di termovalorizzazione ha significato determinare un disastro ambientale di non poco conto.
Oggi, dobbiamo fare i conti anche con gli obiettivi da raggiungere entro il 2020, il pacchetto clima-energia volto a ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili. Molti sono i progetti per riuscire a raggiungere tali obiettivi ma mi auguro che in questa progettualità i protagonisti siano soprattutto i giovani.

Le energie rinnovabili e la cosiddetta “green economy” sono davvero le strade da seguire per il futuro?
Per il momento sembrerebbe di si, ma non basta. Il piano energetico nazionale deve essere ripensato alla luce delle sfide che l’Italia si troverà ad affrontare nei prossimi anni per la riduzione delle emissioni inquinanti e l’aumento della sostenibilità delle attività umane. Fuori da ogni vuota e pericolosa demagogia immobilista è necessario unire le forze e prendere coscienza di quei bisogni spesso disattesi dalle Amministrazioni.
L'economia verde rappresenta attualmente la risposta più adeguata per la costruzione di un modello di sviluppo più compatibile con gli equilibri ambientali, una grande opportunità industriale e una maggiore sicurezza per l’approvvigionamento energetico interno. Attualmente le energie rinnovabili rappresentano anche il mezzo principale per il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto clima 2020.
Tuttavia, se da un parte il riciclaggio di ogni scarto industriale e domestico costituisca un indubbio miglioramento di efficienza di produzione con risparmio netto di materie prime ed energia, maggiori dubbi e perplessità nascono sull'efficacia dell'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, per molti non ancora mature da poter sostituire i combustibili fossili, se si eccettua l'energia nucleare, in termini di rapporto costo/efficienza e quindi necessariamente soggette ad ulteriore sviluppo di ricerca.

Quale è l’iniziativa di cui vai più fiera che è stata posta in essere durante la tua presidenza?
Il movimento Fare Ambiente, si è fatto promotore della legge sull’obbligatorietà dell’educazione ambientale nelle scuole, (art. 7-bis del decreto sui rifiuti), attualmente in attesa di attuazione.
L’obbligatorietà scolastica dell’educazione ambientale si pone, dunque, come operazione preventiva di tutela dell’ambiente allineando il nostro Paese ad altri Paesi europei che già adottano questo tipo di strategia.
Importante sarà infatti un incontro che si terrà a Capaccio (SA), dal 6 a 14 maggio 2012, per uno scambio interculturale DI GIOVANI che coinvolgerà 20 giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, provenienti da tutta Italia e 20 dalla Grecia.
Greenculture, questo il nome dell’iniziativa, toccherà diversi temi, dall’ambiente alla partecipazione dei giovani e la cittadinanza europea. L'obiettivo è quello di far confrontare i giovani sul cambiamento climatico e le relative sfide,  condividendo i problemi delle varie nazioni attraverso video e presentazioni, ma anche alla ricerca di comportamenti e proposte da applicare.
Lo scambio si concentrerà sulla ricerca di soluzioni alternative e sul processo decisionale, e si concretizzerà nel "poster delle Green actions ". Nel  poster saranno individuati i comportamenti di consumo consapevole che i partecipanti adotteranno nella loro vita quotidiana e le proposte da  diffondere presso le  loro comunità di appartenenza e di cui i giovani partecipanti si faranno portavoce.
L'obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza dei giovani del loro ruolo nella società e l'impatto che le loro azioni potrebbero avere. Durante lo scambio verrà dato spazio ed importanza all'apprendimento interculturale e la socializzazione sarà incoraggiata attraverso attività diverse (team building, di fiducia, role-play).

Quale è esattamente l’obiettivo del progetto?
L’ obiettivo di questo progetto, così come indicato dal Programma “Gioventù in Azione”, è quello di promuovere la cittadinanza attiva dei giovani in generale, e in particolare sensibilizzarli sul loro essere cittadini europei. Inoltre, concentrando la riflessione sulle sfide globali dell'ambiente e dei cambiamenti climatici (priorità annuale 2011), rendendo consapevoli e mobilitando i giovani su questa tematica, favorendo lo sviluppo di abilità e comportamenti "verdi" e stimolando  il loro impegno per una crescita più sostenibile, si vuole anche incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita civile della propria comunità, obiettivo indicato nelle priorità permanenti del Programma stesso. Il progetto incoraggia anche la diversità culturale, obiettivo permanente del Programma, stimolando al dialogo e al confronto interculturale perché giovani provenienti da paesi diversi e con un  background differente sono chiamati a confrontarsi su un tema comune, condividendo i problemi dei paesi di provenienza e cercando insieme delle soluzioni e dei comportamenti positivi da adottare e diffondere.
Dunque, questo progetto rappresenta un passo fondamentale per stimolare la crescita di un’etica ambientale “profonda”, basata sulla necessità di salvaguardare la biosfera come valore in sé a prescindere dai benefici per l’uomo, e a far assumere ai giovani la consapevolezza del ruolo determinante che spetta loro nell’ affrontare le sfide per la creazione dell’ Europa presente e futura