I giovani e l’antipolitica

di Lorenzo Quilici

Abbiamo intervistato Alessandro Bertoldi, presidente nazionale dell’associazione Vis Studentesca, a seguito del dibattito pubblico “I giovani e l’antipolitica: perché noi ci mettiamo in gioco?” tenutosi a Genova giovedì 31 maggio. (Lorenzo Quilici)

urna-elettorale Perché i giovani sentono distante dalla loro quotidianità la politica?
Perché la politica oggigiorno comunica con un linguaggio non adeguato ai tempi e perché c’è un disinteresse culturale spinto dalla crisi delle istituzioni classiche, in primis la famiglia e la scuola (dove la politica viene fatta in maniera troppo ideologica o, all’opposto, considerata come una perdita di tempo).

Come è nata la tua passione per la politica?
La mia passione per la politica è nata sui banchi di scuola come direttore del giornalino d'istituto; essendo interessato a quanto l’allora governo presieduto da Berlusconi stava mettendo in pratica per i giovani, ho voluto approfondire le basi del pensiero liberal-conservatore che stanno alle radici del centro-destra italiano.

Come si può combattere l’antipolitica?
La si può combattere mettendosi in gioco, decidendo di avere uno spirito costruttivo  non distruttivo. Un mezzo molto valido per occuparsi del “bene comune” può essere ad esempio l’associazionismo, volto a dare un contributo fattuale al benessere della propria comunità di appartenenza.

Chi tra i personaggi dl passato può essere considerato un esempio per i giovani di oggi?
Sicuramente il genovese Giovan Battista Perasso, meglio noto con il soprannome di Balilla. Egli fu il giovane che, scagliando un pietra contro gli austriaci occupanti di Genova, diede inizio alla rivolta. È necessario dunque per i giovani di oggi, avere il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo,di mettersi in gioco, per migliorare se stessi e la società in cui si vive , giorno per giorno. Proprio come Balilla fece oltre duecento anni fa.