Verso il “Revolution Camp”, intervista a Mihai Popescu

di Francesco Cannone

ServizioCivileMagazine intervista Mihai Popescu, responsabile dell'organizzazione nazionale della Rete degli Studenti Medi. (Francesco Cannone)

mihai_popescu Quest'anno le associazioni “Rete degli Studenti Medi” e “Unione degli Universitari” hanno promosso insieme il “Revolution Camp”, che si terrà a Paestum dal 23 luglio al 5 agosto. Di cosa si tratta? Perché questo nome? Quale lo scopo del realizzare questo campeggio?
E' il nostro terzo campeggio nazionale. Un momento estremamente importante per la nostra Organizzazione perché si tratta sia di un momento interno, di formazione del gruppo dirigente, di crescita e di elaborazione politica in vista dell'autunno, sia esterno, di confronto con i partiti, il sindacato dei lavoratori, gli altri soggetti del mondo della scuola, dell'università e della ricerca. Un momento in cui facciamo un'analisi di fase per poi tirare le somme e rilanciare le nostre rivendicazioni in vista dell'autunno. Revolution Camp perché crediamo che essere rivoluzionari significhi avere idee rivoluzionarie, contenuti, proposte e Revolution camp è un grande laboratorio di idee, contenuti e proposte.

In cosa il “Revolution Camp” di quest'estate 2012 si differenzierà dalle due precedenti edizioni del “Rebelde Camp” del 2011 e del 2010 organizzati dalla Rete degli Studenti?
Revolution Camp si differenzia dalle precedenti edizioni del Rebelde Camp, intanto, perché è interamente condiviso con l'Unione degli Universitari. Rebelde camp aveva momenti di condivisione con gli universitari molto limitati. Revolution Camp è un unico campeggio di studenti medi e universitari. Poi, sempre a differenza delle precedenti edizioni, questa ha un taglio molto più esterno: ogni sera abbiamo dibattiti con ospiti di livello nazionale. Ci saranno Susannna Camusso, Francesco Profumo, Marco Rossi Doria, Antonio Ingroia e tanti altri che per ora vogliamo lasciare segreti. Sarà una sorpresa! Poi ci sono i concerti, ogni sera uno gratuito: avremo con noi Zen Circus, Vallanzaska, I matti delle giuncaie, Porno*riviste, Motel connetcion e tanti altri!

Che risposta prevedete da parte degli studenti?
Gli studenti danno sempre una grande risposta di partecipazione. Questa è un'iniziativa unica nel suo genere. Centinaia di studenti che si incontrano per due settimane e parlano di politica, di scuola, di università, di quello che non funziona e immaginano soluzioni, provano a dare risposte, il tutto divertendosi tra coetanei. Purtroppo non ci sono in giro altre esperienze così intense e piene di stimoli. E' una possibilità che solo le organizzazioni studentesche sono in grado di dare; per noi la soddisfazione più grande è vedere come, partecipando alle nostre iniziative, gli studenti assumono consapevolezza delle grandi potenzialità che hanno all'interno della scuola e della società che li circonda. E' bello vedere come tutti, quando lasciano il campeggio, lo fanno da studenti più consapevoli, attivi e partecipi.

Nei fatti, alla luce anche delle esperienze degli anni passati, quanto effettivamente questi campeggi risultano essere un luogo di politica e di cultura e quanto solo una vacanza per svagare?
Il mix tra luogo di politica e cultura e vacanza per svagare è proprio la ricetta vincente dei nostri campeggi. Personalmente non vedo alcuna dicotomia tra cultura e svago, anzi! La musica, il cinema, l'arte, il ballo sono cultura, ma anche svago. Noi crediamo nella cultura dello stare insieme, nella cultura fatta di scambio di esperienze, di conoscenze, crediamo nella cultura che aggrega e mette le idee a confronto, che discute. Questi campeggi, dunque, sono un luogo di cultura e di svago, l'una non esclude l'altra.

Un invito convincente a partecipare.
Tanti giovani, tanta politica, tanto divertimento e tanta cultura. Il tutto in un campeggio fatto dagli studenti per gli studenti, lungo 14 giorni e animato da concerti, dibattiti e feste in spiaggia per soli 12 euro al giorno. Da non perdere, direi!