Verso il "Riot Village", intervista a Giuseppina Tucci

di Francesco Cannone

In vista dell'atteso campeggio studentesco nazionale, ServizioCivileMagazine intervista Giuseppina Tucci, membro dell'Esecutivo Nazionale dell'Unione degli Studenti e dello Staff di “Riot Village”. (Francesco Cannone)

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Quest'anno l' associazione  “Rete della Conoscenza" , network che raccoglie oltre 120 associazioni territoriali di studenti di scuola e università, tra le quali le principali sono l' "Unione degli Studenti" e "Link-Coordinamento Universitario", ha promosso il “Riot Village”, che si terrà a Ostuni dal 23 luglio al 6 agosto. Di cosa si tratta? Perché questo nome? Quale lo scopo del realizzare questo campeggio?
Il Riot Village – Desideri in Movimento, è un campeggio organizzato da studenti e studentesse per studenti e studentesse: Desideri in Movimento è proprio quello che proviamo a portare ogni anno con passione dentro questo campeggio. Il progetto di Riot Village non è solo quello di offrire una vacanza a basso costo, relax, mare e divertimento a studentesse e studenti, ma è un progetto più ampio che è quello di organizzare dei momenti di approfondimento e riflessione politica. Durante il campeggio ci saranno momenti di discussione interna, momenti di discussione programmatica, momenti di dibattito con ospiti nazionali e internazionali; i workshop, i seminari, le assemblee e gli eventi serali non sono vissuti come momenti negativi e noiosi, ma anzi, sono spazi partecipati di discussione e di costruzione di un nuovo mondo. 

 

Il “Riot Village” nasce nel 2006 come evoluzione del "Zion Village", organizzato nel 2003, 2004 e 2005. Quali sono gli elementi che hanno segnato questa trasformazione? In cosa il "Riot Village" di quest'estate 2012 si differenzierà dalle dalle edizioni degli anni precedenti?
Riot Village è sempre uguale e sempre diverso, ma non intendendo con ciò che è monotono o noioso. Anzi, dal 2003 ha avuto la capacità di non mutare le forme che lo rendono indimenticabile e allo stesso tempo si è modificato ed è cresciuto insieme alle studentesse e gli studenti che lo hanno vissuto e organizzato. Quest’anno Riot Village per noi ha un senso diverso e ancora più profondo: in seguito all’attentato alla scuola di Brindisi “Morvillo Falcone”, infatti, abbiamo ritenuto necessario non solo rimanere nel territorio di Brindisi ma anche organizzare nell’ambito del campeggio una serie di iniziative dal titolo “Io non ho paura”, che stanno dentro il ragionamento che, soprattutto ora che i riflettori si sono spenti, abbiamo bisogno di vivere il contatto con le studentesse e gli studenti di Brindisi in un’ottica di rivalorizzazione del territorio.

Che risposta prevedete da parte degli studenti? In quanti hanno partecipato negli anni scorsi?
La risposta degli studenti e delle studentesse è sempre molto buona, l’anno scorso la media di partecipanti è stata quella di 1.200 partecipanti al giorno. Il punto è che ormai Riot Village è un rito, una volta che ci sei stato non puoi non tornarci, ti resta in mente con la sua confusione, i momenti di svago, i momenti collettivi di socializzazione e discussione e tutto quello che ci sta dentro. Anche quest’anno la risposta da parte degli studenti sarà ottima, come confermano le prenotazioni, che crescono giornalmente e continueranno a crescere, visto il fatto che la chiusura delle prenotazioni è il 20 Luglio.

Nei fatti, alla luce anche delle esperienze degli anni passati, quanto effettivamente questi campeggi risultano essere un luogo di approfondimento e di riflessione politica e quanto solo una vacanza per svagare?
Penso non ci sia una grande divisione tra le due cose: Riot Village riesce a coniugare perfettamente il fattore approfondimento politico e il fattore divertimento, grazie alla varietà di attività politiche e ludiche e l’incastro delle iniziative politiche. Non sta nello schema delle nostre priorità quella di sovraccaricare le giornate dei partecipanti con attività politiche senza fine, ma sicuramente è nelle nostre priorità l’idea che non è importante quanta gente viene per la politica, e quanta per lo svago, ma piuttosto che quanta di quella che viene solo per lo svago poi si faccia prendere anche dai momenti di approfondimento e discussione. Se devo essere sincera, siamo sempre riusciti a coinvolgere la maggior parte dei partecipanti provando a tenere i dibattiti in maniera “alternativa”, cioè con metodi di discussione e linguaggi diversi dai soliti e pesanti, che stimolino il dibattito e la partecipazione allegra e consapevole.

Non siete gli unici ad organizzare un campeggio studentesco del genere. C'è anche il "Revolution Camp" organizzato dall'associazione "Rete degli Studenti Medi". Cosa vi distingue? Perché gli studenti dovrebbe partecipare al vostro campeggio e non al loro e perché, in generale, dovrebbero partecipare a un tipo di vacanza del genere?
Riot Village è un evento di partecipazione e divertimento estivo che ormai, esistendo dal 2003, è un punto di riferimento per tantissimi studenti. Siamo il più grande campeggio studentesco del paese, con numerose e diversificate attività politiche, culturali, ricreative e sociali. Per questi motivi non ci sentiamo di definirci competitivi con gli altri campeggi. Se dovessi dare 5 ragioni per cui partecipare al Riot Village direi: tante studentesse e studenti, tanta politica, tanta passione, divertimento infinito e nominerei anche il magnifico mare delle Puglia.