“#EuroGeneration2012”, intervista a Michele Masulli

di Francesco Cannone

Conclusa la festa regionale dei Giovani Democratici della Basalicata, tenutasi dal 1 al 3 settembre presso il camping village “Riva dei Greci” a Metaponto (MT), ServizoCivileMagazine intervista Michele Masulli, membro dell'Esecutivo Nazionale dei GD e dello Staff di “#EuroGeneration2012”. (Francesco Cannone)

michelemasulli “#EuroGeneration2012”, perché questo nome e il simbolo “#” ? Qual è stato il significato politico di quest'appuntamento?
Il nome “Eurogeneration” richiama una profonda consapevolezza dei Giovani Democratici della Basilicata: la crisi finanziaria, economica, sociale e direi anche della politica democratica, tuttora in corso, rende evidente quanto la dimensione europea sia oggi cruciale per la vita di ogni singolo cittadino degli Stati membri. L’Unione Europea è lo spazio in cui una generazione deve imparare ad immaginare il proprio futuro. È questo spirito che ci ha spinto a chiamare così la Festa regionale dei Giovani Democratici e penso che assuma un significato ulteriore il fatto che ad intestarsi una vocazione all’unità europea siano giovani del meridione italiano, area che in una cornice mediterranea ed europea deve trovare la sua centralità. Il “#” è un richiamo ai moderni linguaggi di comunicazione, in particolare già nel nome segnaliamo l’hashtag con cui twittare sulla nostra Festa.

Come e perché è stata strutturata la festa?
La Festa si è svolta in tre giorni, ognuno denso di dibattiti di alto livello politico. Siamo partiti il pomeriggio dell’1 con un incontro di presentazione a cui hanno partecipato dirigenti della Giovanile lucana e del PD di Basilicata, nonché il Sindaco del posto che ci ha dato il suo benvenuto. In serata ci siamo interrogati sulle prospettive di futuro per la regione Basilicata in un intenso dibattito a cui hanno preso parte Istituzioni (consiglieri e assessori regionali, sindaci) e dirigenti della Giovanile (il segretario dei GD regionali Felice Tauro) e del PD. Nel mattino successivo abbiamo promosso un confronto, molto stimolante, da me moderato, su “Le coordinate della nuova Italia tra grillismo ed autoriforma della politica”, al quale era presente anche Pippo Civati. Abbiamo discusso poi della situazione Ilva, come paradigma che interroga la politica, troppo spesso incapace di compiere precise scelte di priorità e di indicare percorsi chiari. In serata si è tenuto un incontro a tratti toccante sul tema “Contro la violenza e la paura, l’Europa dei progressisti”, con gli interventi di Asmund Akrust, vicesegretario dei giovani laburisti norvegesi e sopravvissuto alla immane strage di Utoya, di Brando Benifei, vicepresidente dell’Ecosy, e di Roberta Capone, vicepresidente della Iusy. Nell’ultimo giorno, abbiamo prima discusso con le associazioni una proposta di istituzione del  Servizio Civile regionale, elaborata dai Gd Basilicata, ed abbiamo concluso con uno splendido confronto tra studenti ed il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza sui temi dell’istruzione.

E rispetto alla situazione dell’Ilva? Qual è la tua opinione?
Penso che la classe politica non può limitarsi ad opporre il diritto al lavoro alla tutela dell’ambiente e della salute, ma deve saper individuare soluzioni più avanzate.

Qual è stato il valore pratico dei dibattiti?
Gli appuntamenti dell’ultimo giorno (Discussione su proposta di Servizio Civile regionale e dibattito sulla scuola) hanno avuto carattere maggiormente operativo, per la loro natura di confronto tra soggetti organizzati su proposte concrete. Gli altri incontri, non privi di riferimenti stringenti e puntuali all’attualità, sono stati improntati a riflessioni di grande interesse, per la competenza espressa nei temi trattati e l’ampiezza della visione, elementi fondamentali per una generazione di giovani impegnati in politica che sta seguendo un percorso di formazione.

Che cos'è, per te, la politica e cosa vuol dire militare nei Giovani Democratici?
Ho cominciato il mio impegno politico, assecondando una vocazione a contribuire in prima persona alla vita civile, sociale e politica, intendendo la militanza politica come uno straordinario percorso di crescita umana personale e collettiva, che richiede disinteresse, sacrificio, passione ed applicazione. Con lo stesso spirito sto proseguendo questa esperienza. Condurla nei Giovani Democratici, un grande contenitore di entusiasmo e voglia di fare ed in cui si respira il senso di essere comunità politica, e nel Partito Democratico, il partito in cui le grandi culture riformiste italiane si confrontano con le sfide del nuovo secolo, rappresenta un’ulteriore stimolo all’impegno.