Nasce “Lavoriamo per l’Italia”. Intervista a Gianluca Melillo

di Katia Tulipano

ServizioCivileMagazine ha intervistato Gianluca Melillo, uno dei giovani promotori di Lavoriamo per l’Italia: “Un luogo dove dibattere, proporre idee, discutere e progettare la nuova Italia. Un sogno di un’Italia diversa che sta diventando realtà. Un progetto, con l’ambizione di divenire un nuovo modo di governare”. (Katia Tulipano)

gianluca_melillo Cos’è “Lavoriamo per l’Italia”?
In questo momento di grande crisi, non solo economica, ma di valori e di idee tante cittadine e cittadini, che rappresentano l’Italia pulita, sana, onesta, preparata ed appassionata, hanno deciso di diventare protagonisti della propria vita e di cercare di dare un contributo a costruire un paese nuovo e migliore. Ed è nata “Lavoriamo per l’Italia”, che è un luogo dove dibattere, proporre idee, discutere e progettare la nuova Italia. E’ un sogno di un’Italia diversa che sta diventando realtà. Un progetto, con l’ambizione di divenire un nuovo modo di governare. Volti nuovi, meritocrazia, capacità, dedizione, onestà e trasparenza i principi che ci animano.

Nel Manifesto pubblicato in Rete nei giorni scorsi si legge che l’immobilismo ed il disinteresse dei cittadini ha rappresentato una delle cause della profonda crisi socio-economica che sta attraversando il nostro Paese. In che senso?
Noi partiamo dal presupposto che per migliorare il nostro Paese, e la vita dei suoi cittadini (noi tutti), sia necessario smettere di urlare solo il nostro dissenso, o di accettare di esser rappresentanti da fin troppi politici impreparati ed interessati al proprio tornaconto e troppo poco al “bene comune”. Crediamo, invece, sia necessario partecipare attivamente alla vita politica (nell’accezione più ampia, vera e meno “partitica” del termine) proponendo idee e progetti nuovi, sostenibili e seri, che possano costituire la fondamenta di una diversa, e migliore, Italia. E crediamo che siano necessari volti davvero nuovi per presentare, in maniera credibile, queste proposte. Anche per questo abbiamo deciso che al manifesto possono aderire tutti i cittadini che non siano mai stati Parlamentari, Senatori, Parlamentari Europei, e/o che siano stati condannati per reati penali e/o amministrativi legati alla Pubblica Amministrazione.

Concretamente, come pensate di innescare il cambiamento?
Il come è semplice! Noi crediamo in un percorso aperto e democratico che parte dalla discussione, poi alla proposta ed alla sua condivisione, ed arrivi infine alla battaglia politica per renderla realtà. E per giungere all’obiettivo abbiamo bisogno però di persone oneste, preparate, appassionate e che mettano il “bene comune” ed il senso dello Stato dinanzi i propri interessi e personalismi. Il Paese ha bisogno innanzitutto di proseguire il percorso di sobrietà, rigore e controllo dei conti pubblici iniziata dal Governo Monti, ma non solo, è anche necessario riportare la gestione dello “cosa pubblica” alla politica onesta, preparata, capace, appassionata e disinteressata. Ma noi siamo poco convinti che l’attuale classe dirigente, non tutta ovviamente, incarni questi valori, siamo invece certi che ci sono milioni di “normali cittadini”, come i tantissimi che stanno sottoscrivendo il manifesto, che invece li incarnano tutti. Noi stiamo lavorando per dare voce a queste donne e uomini, che saranno i protagonisti del cambiamento. A tal proposito, approfitto della splendida vetrina di “Servizio Civile Magazine”, per annunciare che dal 15 ottobre sul sito del manifesto (www.lavoriamoperlitalia.it) sarà online lo spazio di elaborazione ed analisi delle proposte che tutti i cittadini vorranno mandare.

Se potessi lanciare un appello agli italiani per chiamarli a “lavorare per l’Italia. Finalmente!”, cosa gli diresti?
Gli direi che è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare insieme per realizzare un sogno. Gli direi che la politica non è questa sorta di teatrino della vergogna che da troppo osserviamo con crescente disgusto, ma invece lavoro, sacrificio, passione e credere che il “bene comune” venga prima di tutto. Gli direi che la meta si raggiunge un passo alla volta, e che se anche il cammino è difficile tutto sta a porre un piede dinanzi l’altro. Gli direi che siamo di fronte ad un bivio dove dobbiamo scegliere se lasciare che chi ci ha governato fino ad oggi ci conduca al baratro, oppure prendere noi in mano la nostra vita e risalire la china. E gli direi che il giorno in cui cominciare a costruire le basi di una nuova Italia, non è domani ma oggi.