Censis: aumentano giovani insoddisfatti per le “città poco vivibili”

di Lorenzo Quilici

Il rapporto del Censi e Rur sottolinea la difficoltà che hanno i giovani nel relazionarsi con la propria città. (Lorenzo Quilici)

per_le_teknocitta Uno dei cambiamenti epocali che ha caratterizzato la seconda parte del XX secolo e che caratterizza ancora di più questi primi anni del XXI secolo è la difficoltà che ha l’uomo a rapportarsi con la città in cui vive.

Come vivono gli italiani, e in particolar modo i giovani, il loro rapporto con la città in cui abitano? Ce lo svela il rapporto “Per le Tekno Città” realizzato da Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) e Rur (Rete Urbana delle Rappresentanze), pubblicato nei giorni scorsi, in cui sono inseriti i risultati dell’indagine di livello nazionale sui sistemi urbani, a partire dalle scelte quotidiane dei cittadini riguardanti la mobilità, i servizi e le tecnologie digitali, la gestione dei rifiuti e l’uso dell’acqua, la casa, fino a indagare sul senso di comunità.

Ne è venuto fuori un quadro non troppo ottimistico: la maggioranza dei cittadini considera accettabile la vivibilità della propria città, ma la quota degli insoddisfatti è salita al 18,5% dal 15,9% del 2008.

I giudizi sono peggiori se si fa riferimento alla fascia giovanile: un quarto degli intervistati sotto i 29 anni (23,4%) giudica insufficiente o pessimo il livello di vivibilità delle città in cui vivono, mentre nel 2008 la percentuale era del 17,8%.

Emerge, infatti, dalla ricerca che le nostre città non sembrano riuscire a garantire adeguati standard di vivibilità. Il  maggior grado di insoddisfazione si registra nelle metropoli e al Sud. Più della metà dei cittadini segnala, come effetto della persistente crisi economica, la diminuzione dei servizi (al Sud, addirittura, il 61% degli intervistati) e ben il 70,6% la chiusura di molti negozi della città.

(foto: censis.it)