Servizio Civile Europeo, disoccupazione giovanile e Terra dei fuochi: intervista all’europarlamentare Pdl Erminia Mazzoni

di Katia Tulipano

In occasione della visita di Erminia Mazzoni alla sede Nazionale Amesci nel corso della quale ha ricevuto la targa di socio onorario dell’associazione, ServizioCivileMagazine ha intervistato l’europarlamentare e presidente della Commissione per le Petizioni. (Katia Tulipano - @TulliKatia)

Erminia_Mazzoni_socio_onorario

Tempo fa è stata avanzata la proposta di un servizio civile europeo su base volontaria quale strumento per la costruzione della nuova società europea. Cosa ne pensa?
Confesso che è una proposta che ho sempre sostenuto.
Già qualche anno fa noi abbiamo fatto un lavoro sul servizio civile europeo cercando di arricchire gli strumenti a disposizione sul bilancio europeo proprio per offrire una possibilità di maggiore continuità. Per creare l’Europa dei popoli dobbiamo puntare sulle persone, in particolare sui giovani che devono condividerla attraverso percorsi possibili di educazione alla cittadinanza ed il servizio civile europeo è sicuramente uno di quelli.

I dati Istat sulla disoccupazione giovanile rappresentano ormai un bollettino di guerra. La Youth Garantee è sicuramente un'importante misura, ma quali  secondo Lei le azioni necessarie per una risoluzione definitiva di questa grave piaga sociale?
Sul piano europeo credo che sia importante potenziare gli strumenti già esistenti volti alla contaminazione delle culture e quindi a proiettare i giovani sul mercato europeo, mi riferisco ad esempio all’Erasmus.
Ma è necessario, soprattutto, organizzare una politica del lavoro europeo che riprenda quella visione del mercato sociale che noi riteniamo vincente. E’ necessario fare ciò in maniera strutturata, ossia inserendo nei capitoli del Bilancio delle risorse specifiche affinchè l’indirizzo di vita da dare ai giovani attraverso il lavoro non sia solo appannaggio del Fondo sociale europeo come avviene oggi, ma diventi un piccolo grande pilastro del Bilancio dell’UE.
Resta ferma la necessità di un intervento dei governi nazionali. Penso all’Italia che ha ancora un sistema lavoro imbrigliato, rigido in uscita ed opaco in entrata. L’assenza di meritocrazia incide sulla nostra capacità di crescere come Paese perché le imprese sono meno disposte ad assumere dinanzi alla mancanza di garanzie di professionalità e soprattutto la mancanza di garanzie di formazione continua.

Parliamo della “Terra dei fuochi”. La commissione per le Petizioni del Parlamento Ue da Lei presieduta, si è attivata per avere delle risposte dalla Commissione europea sul come intende tutelare la salute dei cittadini campani. Può dirci qualcosa in più?
Come Commissione l’ultima cosa che abbiamo messo sul tavolo è un’interrogazione urgente alla Commissione Europea che dovrebbe essere discussa a fine ottobre, con la quale ribadisco la richiesta che da tempo ho avanzato al governo nazionale, in particolare al Ministro della Coesione Trigilia, di utilizzare i circa quattro miliardi di euro non spesi della programmazione dei fondi strutturali 2007/2013, non per distribuire risorse a pioggia in maniera assolutamente sconsiderata, ma concentrarli su un obiettivo strategico, di civiltà, che è quello della Terra dei fuochi. La mia proposta è di utilizzare questi quattro miliardi di euro per le bonifiche, per la rimessa in sicurezza del territorio e per finanziare quelle ricerche scientifiche in corso per mettere una parola fine all’accertamento del nesso di causalità tra l’indice di mortalità altissimo e quello che accade in queste terre.