Intervista a Giacomo D'Arrigo: "Competenze,occupabilitá,partecipazione. Queste le mie parole d'ordine"

di Pierpaola Cascione

Nella sua prima intervista il neo DG dell'Agenzia Nazionale per i Giovani delinea il programma di questa nuova sfida. (Pierpaola Cascione)

darrigo

Per anni Lei è stato amministratore e coordinatore di Anci Giovani. Pensa che questa esperienza potrá tornarle utile in questa nuova sfida alla guida di ANG?
Penso proprio di si, per diversi motivi: innanzitutto perchè tramite la realtá di Anci Giovani ho avuto modo di conoscere molto bene problematiche e potenzialitá di tutto il territorio e come tra le nuove generazioni presenti nelle istituzioni locali ci sia un protagonismo attivo che oggi sfugge a politica, partiti e istituzioni. Questa è la realtá che spesso funge da "cinghia di trasmissione" tra i giovani fuori dalle istituzioni e quanti sono impegnati attivamente offrendo uno spaccato di contatti e spunti davvero utile. Inoltre l'esperienza di amministratore locale ti obbliga a confrontarti con i problemi concreti del quotidiano e con quelli della programmazione delle attivitá.

 

Dal rapporto "Guardo al futuro" svolto da ANCI-Cittalia emerge che una forte percentuale di giovani, soprattutto tra i 25 e i 34 anni, è impegnata a livello locale in attivitá di volontariato e impegno civico. Quale pensa debba essere la strategia da mettere in campo per garantire una maggiore partecipazione dei giovani? E quale potrá essere il contributo dell' ANG per incrementarla?
A livello locale, la partecipazione dei giovani in attivitá istituzionali, di volontariato e impegno civico è forte sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Penso che la strategia di fondo migliore sia quella di mettere le nuove generazioni nelle condizioni di fare, di sprigionare energia, voglia di realizzare e fantasia. La partecipazione aumenta aumentando spazi, strumenti e canali che danno questa possibilitá. L'Ang deve stare su questa frontiera: essere la struttura che accompagna, consiglia, guida, ascolta ma che non "ruba" spazi ai singoli, deve essere lievito che aiuta.

Erasmus plus: cosa cambierá per l'Agenzia Nazionale con il nuovo programma?
Il nuovo Programma Erasmus+ é articolato in 3 Azioni chiave: Mobilitá individuale ai fini dell'apprendimento, Cooperazione per l'innovazione e lo scambio di buone prassi, Sostegno alle riforme delle politiche. In queste 3 Azioni si riscontrano diversi elementi di continuitá ispetto al Programma Gioventú in Azione ma al tempo stesso portano molti aspetti innovativi. Da un lato l'Agenzia continuerá a svolgere un ruolo di informazione nei confronti delle realtá (associazioni, ONLUS, ONG, Enti locali, ecc.) che si sono giá affacciate a Gioventú in Azione cosí come ai nuovi potenziali beneficiari, sostenendo le capacitá progettuali giá espresse nelle attivitá consolidate (Servizio Volontario Europeo, Mobilitá giovanile, Formazione degli operatori socio-culturali - cosiddetti "youth-workers"-, Dialogo strutturato,etc); dall'altro stimolando le capacitá progettuali sulle nuove attivitá (essenzialmente Cooperazione per l'innovazione, Partnership strategiche per lo scambio di buone prassi). Il tutto stimolando un approccio cross-settoriale nell'ambito delle attivitá legate all'educazione formale, informale e non formale, svolgendo anche il ruolo di centro di informazione sulle opportunitá legate ai programmi europei rivolti ai giovani con particolare riferimento ai vari capitoli in cui si articola Erasmus+ (Istruzione e formazione in una prospettiva di apprendimento permanente, Formazione Professionale, Apprendimento degli adulti, Gioventú e Sport). Per quanto riguarda, infine, il contesto nazionale con riferimento a questo programma, l'Agenzia si troverá a lavorare in stretta collaborazione con le altre Agenzie che gestiranno Erasmus+ in Italia: ISFOL e INDIRE. Allo stesso tempo svilupperemo una serie di attivitá e iniziative piú"larghe" ed in ogni direzione di sostegno alle nuove generazioni.

Vi é un acceso dibattito sul riconoscimento delle competenze acquisite nei processi di educazione non formale. L'Agenzia dovrá o potrá avere un ruolo in questo processo?
L'Agenzia da anni ha intrapreso un percorso di valorizzazione delle competenze non formali e dei cosiddetti "soft skills". Giá nell'ambito del Programma Gioventú in Azione, attraverso l'utilizzo dello strumento Youthpass, i giovani coinvolti nello svolgimento delle attivitá finanziate hanno ottenuto un importante riconoscimento dei risultati raggiunti; ora bisognerá concentrarsi sulla riconoscibilitá delle competenze acquisite tramite le attivitá di educazione non formale in modo che possano essere spendibili nel mercato del lavoro valorizzando il CV dei giovani coinvolti. Questa prospettiva, giá nell'agenda delle istituzioni europee, dovrá essere sviluppata per forza di cose anche nel nostro Paese. Del resto l'obiettivo dei Programmi Europei come Erasmus+ é proprio quello di migliorare l'occupabilitá dei giovani in un mercato del lavoro sempre piú competitivo ed aperto alle sfide dell'internazionalizzazione. L'Agenzia, collaborando con le altre istituzioni nazionali e comunitarie, dovrá sostenere il riconoscimento di quelle competenze che non rientrano nel sistema di istruzione e formazione formale ma che consentiranno di favorire l'incremento delle opportunitá lavorative per i giovani con l'obiettivo di agevolare la transizione tra scuola e lavoro.

Un augurio da rivolgere ai giovani per il futuro?
Faccio mia una frase di una "giovane" che ci ha lasciato da poco e che é stata esempio per piú generazioni, Rita Levi Montalcini: "Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare e non temete niente."