La liuteria italiana. Antica sapienza e risorsa per i giovani da tutelare per il futuro

di Anna Laudati
Oggi l’Istituto“Antonio Stradivari”di Cremona, l’unico statale, che avvia alla professione di liutaio,  rischia la chiusura a causa del nuovo decreto Gelmini (di Ivana Vacca)

 

pampalone20alessio208.jpgUn lavoro affascinante e minuzioso, quello della costruzione degli strumenti musicali. Un sapiente dosaggio di ricerca acustica e lavoro manuale che si radica nella più sublime tradizione artigiana. …risuonano nell’aria le note di un violino, alcuni strumenti sono in bella mostra e singole parti di essi sono ancora sbozzate, una calda luce illumina il banco da lavoro, l’odore delle resine e delle colle, l’aroma delle essenze del legno…

È un’atmosfera d’altri tempi, lontana dal caos e immobile nei ricordi di chi in una bottega ci è entrato. In questa cornice si svolgono i momenti più intimi tra il liutaio e i suoi strumenti. I suoi gesti rivelano un rapporto quasi primordiale con il proprio attrezzo che usato sapientemente scava il legno, quasi fosse morbido come il burro.

Attualmente la liuteria è arrivata a livelli altissimi, la bellezza dello strumento spesso eguaglia la sua ricchezza sonora. Eppure la perfezione non esiste e sarebbe inutile cercarla, anche se si tende costantemente verso di essa. Così ogni strumento è diverso da un altro e come nelle altre forme d’arte, la tecnica è la base, ma ogni creazione esprime in ogni singola parte l’anima di chi l’ha realizzata.

Oggi la capitale della liuteria classica è Cremona, grazie ai natali dei più sapienti liutai mai esistiti: i fratelli Amati, Antonio Stradivari e Giuseppe Guarneri del Gesù. Se ne respira l’atmosfera in ogni angolo. Ma molte altre sono le tradizioni significative in Italia, dalla liuteria bresciana a quella napoletana, ogni grande città ha dato e continua a dare il suo contributo. Il settore risente attualmente delle problematiche che vessano il mondo orchestrale e musicale italiano. Ma il mercato di riferimento è soprattutto estero e in questo caso le difficoltà sono dovute principalmente alla concorrenza dei paesi asiatici e alla scarsa conoscenza del mercato da parte dei non professionisti, spinti spesso all’acquisto di strumenti di scarsa manifattura, d’ostacolo ad un corretto studio. Ciò nonostante la liuteria italiana, dalla scelta dei materiali alla messa a punto degli strumenti, è un’eccellenza di grande e particolare pregio.

 

A Cremona ha sede l’IPIALL, l’Istituto Internazionale “Antonio Stradivari”, che in settanta anni di attività ha formato generazioni di liutai e grandi maestri, contribuendo alla diffusione della liuteria italiana nel mondo. La scuola è oggi a rischio a causa dei tagli previsti dal D. L. n. 137/08 firmato dal Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini. Il decreto infatti prevede un numero minimo di 300 alunni per gli istituti superiori “con peculiarità” cui l’IPIALL appartiene, mentre negli istituti tradizionali il limite è di 500. Ad oggi gli iscritti sono circa 273, nonostante vi sia stato un incremento delle iscrizioni negli ultimi anni. Varie sono le soluzioni in analisi, dall’ampliamento dell’offerta formativa all’accorpamento con altri istituti.

 

Dopo le proteste il Ministro Gelmini ha affermato: "Tuteliamo le eccellenze: non cancelleremo l'Ipiall. Il governo non è così miope da voler cancellare uno degli istituti d'eccellenza del Paese quale la Scuola internazionale di liuteria", ma intanto si attendono interventi legislativi chiari e concreti. Anzi si spera che ci possa essere l’occasione per migliorare l’offerta formativa e che l’istituto non perda in futuro la sua forte identità e la sua grandissima valenza culturale.