Hikikomori: "il mondo in una stanza". Un fenomeno che coinvolge più di 300.000 giovani

di Anna Laudati
“Siamo quelli che escono di rado o mai, sospesi tra la vita del mondo virtuale e la realtà esterna percorsa dall’eco remoto del passato” - tratto dal Primo Manifesto del Connettivismo (di Bruna Caiazzo)

hikkomori.jpgE’ denominato “Hikikomori” tradotto in italiano “stare in disparte, isolarsi”. E' il fenomeno nato alla fine  degli anni Novanta in Giappone e che ha,  fin ad oggi coinvolto già  fra i 100.000 e i 320.000 individui; circa l’80% sono maschi, i più giovani hanno un’ età compresa tra i 13-14 anni. Sono loro i nuovi eremiti? Improvvisamente dicono addio al mondo esterno, si allontanano dagli affetti e si  sottraggono a qualsiasi contatto con il sociale, iniziando una  vita sregolata.

Dormono di giorno e la notte la trascorrono fissando la tv , giocando ai videogame e intrattenendosi dinanzi  al loro unico mezzo di comunicazione: internet!Così, l’ Hikikomori diventa schiavo della propria solitudine, dei propri pensieri e delle proprie paure. Si chiude in se stesso, nel silenzio attanagliante della stanza in cui si ritira e ne fa luogo di strampalate visioni e di molteplici forme del suo io. Questo è il modo con cui centinaia di giovani hanno deciso di esprimere il loro male di vivere. Sulle cause del fenomeno si fanno ancor oggi solo ipotesi. Probabilmente la sua diffusione va rintracciata nel malessere che ha colpito la nostra società ma soprattutto  quella orientale, sociologicamente  diversa.

 

Infatti, anche se i problemi di adattamento giovanile sembrano essere i medesimi; ciò che appare diverso è il modo di reagire.Mentre i ragazzi europei rischiano di solito di entrare in un “giro” di amicizie sbagliato, o di aderire a qualche subcultura; in Giappone dove la reputazione e le apparenze esteriori sono ancora fondamentali, la ribellione contro il “sistema” si trasforma in forme mute come questa.Tutto ciò fa dei  “ritirati sociali” quella corposa schiera dimenticata di coloro i quali, non sapendo sostenere l’opprimente richiesta di competizione  proveniente da una società tecnologicamente agguerrita, scelgono un solitario suicidio mentale da poter commettere comodamente tra le proprie mura domestiche. 

Insomma una vera e propria sindrome culturale che il dottor Tamaki Saito, direttore del Sofukai Sasaki Hospital, ha cercato di curare attraverso un analisi mirata, chiamata “New Start”. Quest’ ultima, si basa su un programma di formazione-lavoro che ha lo scopo di  istaurare un legame che faccia da “ponte” fra il soggetto malato e il mondo esterno; convincendo gradatamente il ragazzo a lasciare la propria casa per cominciare la cura la quale può durare pochi mesi ma anche alcuni anni.

Data la diffusione ad ampio raggio che sta subendo questo fenomeno è stata ideata anche una commedia sociale ispirata ad un caso vero di Hikikomori.. La serie tv in 24 episodi, intitolata “Welcome to the NHK”, racconta la storia di un giovane che dopo aver abbandonato l’università, si rifugia in isolamento totale con la convinzione che nel mondo tutti siano vittime di una cospirazione.

Chissà se il protagonista della vicenda riuscirà a riscattarsi ed uscire dal suo isolamento cronico, chissà se quella moltitudine di giovani che si trovano nel suo stesso stato si libereranno una volta per tutte dai loro fantasmi….chissà se i loro occhi riusciranno a guardare un nuovo domani esorcizzando i timori di cui sono succubi.