I giovani non si iscrivono più all’Università

di Katia Tulipano

1098303-univSecondo le ultime stime di AlmaLaurea solo il 30% dei diciannovenni italiani intraprende un percorso universitario (Redazione)

Secondo le stime di Almalaurea, che oggi raccoglie 72 atenei e rappresenta il 90% dei laureati italiani, soltanto il 30% dei giovani 19enni si iscrive alle università, provenendo da famiglie più favorite. Il restante 70% dei giovani non accede agli studi universitari spesso per l’assenza di una seria politica del diritto allo studio (un diritto sancito dalla Costituzione), delle difficoltà economiche incontrate soprattutto negli ultimi anni dalle famiglie e per le poche risorse destinate nel nostro paese alla formazione superiore». Ad affermarlo Andrea Cammelli, direttore del Consorzio Interuniversitario Almalaurea. «Ma, come mostrano le indagini del Consorzio, che da oltre 20 anni si occupa di formazione universitaria, i laureati continuano a godere di vantaggi occupazionali rispetto ai diplomati e a chi è in possesso di un titolo di scuola dell’obbligo, sia nell’arco della vita lavorativa sia e ancor più nelle fasi congiunturali negative come quella attuale», assicura.

Secondo gli ultimi dati di Almalaurea, riferiti al 2013 ai laureati magistrali, infatti, a un anno dal titolo, il tasso di occupazione è complessivamente pari al 70% (2 punti in meno rispetto alle precedente indagine, 11 punti in meno rispetto alla rilevazione 2008). La disoccupazione a un anno coinvolge invece 23 laureati magistrali su cento (+2 punti rispetto all’anno precedente; più che raddoppiata rispetto alla rilevazione del 2008).

Se si concentra però l’attenzione sui laureati che non erano occupati al conseguimento del titolo, il tasso di occupazione si attesta al 62% (-2 punti rispetto alla precedente indagine), mentre il tasso di disoccupazione complessivo raggiunge il 30% (+3 punti rispetto alla rilevazione 2012). A tre anni dal titolo (comprendendo in questo caso anche i laureati in formazione retribuita), il tasso di occupazione lievita di 9 punti percentuali raggiungendo complessivamente l’82% degli intervistati (-2 punti se confrontato con la precedente indagine): rispetto all’intervista a un anno dal titolo, la quota di occupati è salita quindi di ben 10 punti percentuali.

La disoccupazione coinvolge invece il 12,5% del complesso dei laureati, con una contrazione di 7 punti percentuali rispetto alla rilevazione a un anno. Rispetto all’indagine del 2012, a tre anni dal titolo la quota di disoccupati risulta incrementata 2 punti percentuali. A cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione sale all’87% (-3 punti rispetto alla precedente indagine). Rispetto alla stessa coorte di laureati osservata a un anno dalla laurea, l’aumento della quota di occupati è lievitata di 12 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione è sceso invece di ben 8 punti percentuali, passando tra uno e cinque anni dal 16 all’8,5% (+3 punti rispetto all’analoga indagine a cinque anni dell’anno precedente).

(fonte lastampa.it)