Riforma Gelmini: boom di "cinque in condotta"

di Anna Laudati
Al Sud gli studenti più indsciplinati (di Francesco Enrico  Gentile) 

scuola-studenti.jpgI dati sembrano fornire una fotografia impietosa: ben 34.311 studenti delle scuole superiori italiane hanno ricevuto le pagelle del primo quadrimestre con un bel 5 in condotta. A circa sei mesi dalla introduzione dell’intervento del Ministro forzista Maria Stella Gelmini  la scuola italiana, stando ai dati forniti dal Ministero dell’Istruzione, sarebbe pervasa da una diffusa indisciplina dei ragazzi e della ragazze. Osservando attentamente i dati diffusi dal dicastero di Viale Trasvere, si legge che nei licei classici e scientifici sono in tutto 3.000 i ragazzi con l’insufficienza in condotta. Si distingue il meridione purtroppo in negativo. Sono 15.683 i ragazzi col cinque, o meno, in condotta. Nelle isole, 5,677; al centro, 5.777; al nord 7.174.

Insomma, sembrerebbe che i novelli “Pierino la Peste” si annidino soprattutto negli Istituti professionali del meridione, quasi a significare simbolicamente l’antico luogo comune che vuole i ragazzi meridionali più indisciplinati e meno ubbidienti. Ovviamente le cifre diffuse hanno scatenato la solita rissa di dichiarazioni, interpretazioni, punti di vista e analisi sociologiche.

Da chi ha inteso i dati forniti come la dimostrazione che nella scuola italiana si sentiva la necessità di una ventata di autorità a chi invece ha inteso scorgere una volontà conformista del corpo docente: insomma, il fronte della polemica si è dimostrato ancora una volta variegato e composito.

Il ministro Gelmini, forse preoccupata dalla evidente incertezza circa il reale peso del voto negativo, si è subito affrettata a dichiarare l’imminente emanazione di un regolamento diretto a uniformare il comportamento dei docenti. Tradotto in soldoni: il cinque in condotta inciderà o meno sulla promozione?

Su questo tema sindacati e organizzazione studentesche hanno ancora una volta ribadito le loro posizioni. L’Unione degli Studenti, in occasione della mobilitazione dello scorso 27 febbraio, ha giudicato il ritorno del giudizio sul comportamento «strumento inutile per combattere il bullismo, ma solo strumento di ricatto in mano a presidi e professori».