Estate omofoba. Si moltiplicano in Italia gli attacchi alla comunità lgbt
E’ un agosto davvero caldo e non solo per le temperature elevate: nel bel paese sembra essere scoppiato un incendio fatto di intolleranza e violenza a sfondo omofobo, l’epicentro del rogo è proprio Roma. Il primo caso a destare scalpore si è verificato nella notte del 22 agosto. Alcuni ragazzi si erano da poco allontanati dal Gay Village, noto locale della capitale. Due di loro, colpevoli di essersi scambiati delle effusioni in pubblico, sono finiti aggrediti da un pregiudicato 40enne, A.S., soprannominato “Svastichella”: l’uomo ha ferito uno dei ragazzi alla testa con una bottiglia di vetro, l’altro è stato accoltellato all’addome e colpito ripetutamente al volto con calci e pugni.
L’aggressore, che vanta un certificato di seminfermità mentale, ha inizialmente evitato il carcere ma le polemiche sulla sicurezza nella capitale e sulla mancata detenzione (alla luce della pericolosità sociale del soggetto già imputato in passato per droga) sollevate dalla comunità lgbt e dal sindaco Gianni Alemanno gli hanno spianato la via per la cella e incoraggiato un incontro per discutere di un pacchetto sicurezza che tenga conto del crescente clima di ostilità nei confronti di gay, trans, lesbiche e bisessuali (tra le proposte figura l’inserimento dell’”omofobia” tra le aggravanti penali). Ma all’indomani dell’arresto di “Svastichella” un nuovo segnale inquietante: ignoti tentano di dare fuoco al Qube, sede storica della celebre serata "Muccassassina". Il raid fallisce perché entrano in funzione i sistemi di sicurezza e il locale è deserto (è in via di restaurazione), ma il segnale che lancia è forte: non ci sono posti sicuri per i gay romani, distanza di pochi giorni sono stati colpiti i due luoghi simbolo della movida omosessuale.
Non va meglio in Campania, dove alla notizia di un pestaggio avvenuto il 26 agosto ai danni di due turisti (un ragazzo armeno di 25 anni il suo compagno svizzero di 47) prima insultati poi aggrediti da un branco di ragazzi nel centro storico di Napoli si aggiunge quella delle minacce rivolte a una coppia di omosessuali nel casertano: trasferitisi da poco in una nuova casa sono stati apostrofati in malo modo da un vicino che, a nome del condominio, si dichiarava pronto a raccogliere firme per cacciarli via. Avvenimenti che vanno a aggiungersi a un lungo elenco di violenze e che, come si legge in un comunicato diffuso da Arcilesbica Napoli, fanno registrare “la frustrante conclusione che viviamo in tempi bui ove il silenzio ci viene imposto come una nuova gogna. Nessuno qui è al sicuro, né i cittadini italiani né quelli stranieri in visita: l’essere omosessuali ci accomuna tutti innanzi al pericolo e alla discriminazione”.