Servizio Civile e disabilità: dal Forum Nazionale del Servizio Civile una riflessione nuova
Una nuova unità per dare voce, vigore e forza al Servizio Civile Nazionale. Borrelli è stato tra i promotori di un documento sulla vicenda, approvato sia dall’Assemblea del Forum Nazionale che dalla CNESC (di Francesco Enrico Gentile)
La proposta di una quota di riserva del 20% dei progetti di servizio civile riservato ai disabili gravi sta producendo nel mondo vasto del Servizio Civile una discussione nuova, animata ma foriera di nuovi scenari. La formale adesione del Sottosegretario Giovanardi alla proposta portata avanti dalla FAND ha scatenato nelle scorse settimane un vespaio di polemiche. Sebbene la destinazione di una quota di riserva del 20% fosse stata già prevista dal disegno di legge di riforma del Servizio Civile,
“L’attenzione alla disabilità è un fattore di crescita per l’intero sistema di servizio civile nazionale, di questo siamo convinti sostenitori. Le modalità con le quali favorire questa attenzione, tuttavia, non passano certo per la riserva di posti in favore di una categoria e meno ancora di poche associazioni, quanto piuttosto per forme di integrazione dei giovani con disabilità all’interno dei progetti e di educazione alle pari opportunità e all’inclusione per tutti i giovani che partecipano annualmente ai progetti di servizio civile”. E’ quanto dichiara Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile, organizzazione che raccoglie al suo interno importanti associazioni del mondo del servizio civile e del mondo della disabilità.
“Siamo fortemente preoccupati per le recenti affermazioni del sottosegretario Giovanardi circa la possibilità di riservare una quota del 20% del fondo nazionale per il servizio civile ai grandi invalidi poiché questa scelta incide profondamente sulla natura del servizio stesso e rischia di deviarne irrimediabilmente le finalità”, continua Borrelli. “Il servizio civile nazionale non nasce come stampella del welfare", conclude Borrelli, "né serve a coprire vuoti e deficienze delle politiche di settore, bensì a favorire l’uguaglianza sostanziale e il pieno godimento dei diritti di tutti i cittadini italiani. La deriva delle riserve per singolo settore va assolutamente fermata, nel rispetto delle persone con disabilità che necessitano di risposte adeguate ai propri bisogni e di un servizio civile che deve continuare ad essere in difesa della Patria e non a surroga di politiche assistenziali”.