Servizio civile. Giuseppina Ascione depone la corona di "first lady" della Consulta
Intervista a Giuseppina Ascione, collaboratrice del magazine, ex volontaria di servizio civile Amesci e delegata nazionale uscente dei volontari in SCN (di Anna Laudati)
Giuseppina Ascione, sei stata La “first lady" della Consulta del Servizio Civile. Raccontaci perchè ti hanno definita così e come hai vissuto quest'esperienza. Rispondere a queste domande è per me una grande emozione. Quando giungi al termine di un percorso e cominci a fare il bilancio di quello che è stato è sempre difficile riordinare i pezzi lucidamente, evitando di farsi trascinare dall’emotività, ma sarà bello farlo. Quando sono stata eletta alcuni delegati, per gioco, mi hanno definito la “First Lady” della consulta perché, effettivamente, sono stata la prima ragazza a sedervi come rappresentante dei volontari, dal momento che le tornate precedenti avevano visto alternarsi solo ragazzi.
Non potrò mai dimenticare la gioia di quel giorno, che sembra un lontanissimo 7 giugno 2008, dei ragazzi che con me avevano creduto in questa elezione, e anche dei dipendenti dell’UNSC che finalmente vedevano una ragazza rappresentante, dal momento che fino a quel momento, nonostante la quota rosa all’interno del SCN costituiva il 70% dei volontari non si era ancora riusciti ad eleggere una ragazza. L’esperienza della Rappresentanza l’ho sempre vissuta al massimo, non mi sono mai risparmiata, e ogni volta che con gli altri abbiamo ritenuto opportuno far sentire la nostra voce non ho mai misurato il tono. Dal primo all’ultimo giorno di questo mandato ho sempre cercato di agire nell’interesse dei volontari, valutando quale fosse la migliore posizione da prendere, e credo di poter dire con orgoglio che la delegazione 2008-2010 è stata sicuramente la più prolifica di istanze e risultati.
Quasi tre anni fa sei stata selezionata da Amesci per svolgere il servizio civile. Avresti mai creduto che in breve saresti stata eletta rappresentante nazionale dei volontari, la prima ragazza a ricoprire questo ruolo? Non dimenticherò mai il giorno in cui ho ricevuto a casa il Contratto di SCN, dove lessi che c’era la possibilità di candidarsi come rappresentante, da subito pensai che mi sarebbe piaciuto farlo e di lì a poco ho iniziato il mio Servizio all’Amesci. I giorni più belli sono stati sicuramente quelli della formazione in cui man mano cresceva in me l’intenzione di candidarmi, finché l’ultimo giorno furono i ragazzi a chiedermi di farlo … credo che questa sia stata la soddisfazione più grande e il riconoscimento più sincero.
Com'è cambiato il servizio civile in questi anni vissuti da te come protagonista nelle decisioni. Come avresti voluto che cambiasse? Attualmente, purtroppo, il servizio Civile vive un momento di difficoltà, è banale dire che quando l’ho svolto io solo nella mia Regione, la Campania, c’erano 5000 volontari, che solo a dirlo mi si riempiva la bocca, oggi purtroppo il numero si è ridotto a meno della metà e, ahimè, il rischio che il SCN diventi sempre più un’occasione per un’elitè e non un’opportunità, per i giovani di questo Paese di mettersi in gioco difendendo la Patria con mezzi non violenti, è reale. Sicuramente c’era bisogno di un cambiamento nel senso opposto, ma è anche vero che con la crisi mondiale tutti i settori ne hanno risentito e mi auguro davvero che quando sarà superata, il Servizio Civile torni a splendere di una nuova luce, quella che io ho visto quando ho scelto di farne parte.
Cosa porti a casa di quest'esperienza vissuta prima come volontaria e poi come rappresentante? Non è retorica, credo realmente che la mia vita non sarebbe la stessa se non avessi fatto questa esperienza. Il SCN mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a un mondo, quello delle nuove generazioni, di cui fino a quel momento facevo parte solo per una questione anagrafica, ma che adesso mi appartiene completamente. Ho capito di cosa i giovani del mio Paese hanno bisogno e cosa noi giovani possiamo fare per migliorare la nostra comunità giorno dopo giorno. Avevo bisogno di un luogo di partecipazione, un luogo in cui far vivere e fruttare le mie idee, e il Servizio Civile è stato il luogo giusto per questo, lontano dagli schemi e le strategie politiche di cui anche le sezioni giovanili dei partiti politici sono colme. E poi, molte delle persone conosciute in questi tre anni sono diventate i miei più grandi amici, vicini o lontani, non saprei come sarebbero le cose senza di loro. E’ bellissimo sapere che in qualunque posto dell’Italia io mi muova avrò sempre qualcuno da chiamare per prendere un caffè e fare quattro chiacchiere e questo è realmente impagabile.
Cosa consigli ai giovani che a breve saranno eletti come nuovi rappresentati dei volontari? Ai ragazzi che a breve inizieranno questa esperienza posso dire di non negarsi mai, di spendere tutta la propria energia e entusiasmo per far vivere lo spirito del Servizio Civile. Chiedo a loro di non piegarsi mai, di fronte a nessuno, di essere liberi da condizionamenti di Enti,Istituzioni e idee politiche. Mettere tutto ciò che hanno in quello che fanno, anche se costerà fatica, rotture di rapporti e confitti, ne varrà la pena, sempre. Credo che la rappresentanza del Servizio Civile resti uno dei pochi strumenti di democrazia di questo Paese e non sarebbe giusto sporcarlo con i “soliti giochetti”. Entrare in empatia con i volontari e gli altri delegati, è questo l’unico imperativo da seguire, la base di ogni principio democratico.
Servizio civile e Università. Tu come tanti volontari in servizio civile ti sei laureata nel mentre svolgevi l'anno di servizio. Sono conciliabili università e servizio civile? E’ faticoso, bisogna organizzare il tempo al meglio, ma anche questo ti insegna tante cose. Credo che se dai l’anima per ciò che fai, come io l’ho data per ciò che ho studiato e per portare avanti il mio progetto di Servizio Civile e poi la rappresentanza, tutto ci sembra meno difficile. Ci sono stati giorni duri, ma non ne ho mai sentito realmente la fatica e, credo, che ogni giorno sia iniziato col sorriso proprio perché credevo in ciò che stavo facendo.
E ora? Raccontaci com'è e se è cambiata, la tua vita rispetto a tre anni fa e quali sono le tue prospettive future lavorative e professionali? Come ho già detto, non basterebbe una pagina per raccontare quanto questa esperienza mi ha cambiata, ma la cosa che più di tutte mi rende orgogliosa di quanto ho fatto e mi fa avere la certezza di avere agito al meglio e con coerenza sono stati gli attestati di stima ricevuti dai delegati e dai volontari che in questi anni si sono rivolti a me per consigli e per risolvere piccoli problemi del loro anno di Servizio Civile. Inoltre, il fatto che, indistintamente, responsabili di alcuni enti spesso mi contattano per chiedermi spiegazioni sulla rappresentanza, per invitarmi agli eventi sul SCN o semplicemente per fare due chiacchiere sulla materia, è la prova che il mio essere sempre libera da ogni condizionamento è stato capito e apprezzato, e questo mi ripaga di tutti i momenti di sconforto e frustrazione che ho dovuto affrontare. Inoltre, insieme ai delegati della Regione Campania, siamo riusciti ad istaurare un ottimo rapporto con l’Ufficio Regionale con il quale oggi collaboriamo per promuovere e informare circa il Servizio civile, praticando concretamente la cittadinanza attiva. Siamo entrati all’interno di una Pubblica Amministrazione e colto l’opportunità di un’Istituzione aperta realmente ai cittadini, che ci ha dato la possibilità di concretizzare e mettere in pratica i principi di partecipazione e cittadinanza che il SCN ci ha insegnato. Oggi guardo al futuro con grande fiducia, anche se so che è strano dirlo in un momento in cui per i giovani non ci sono molte prospettive lavorative. La mia grande passione però resta sempre la comunicazione, ed è per questo che finalmente a breve diventerò pubblicista, ma non voglio lasciare il mondo delle politiche giovanili e del sociale in generale, quindi spero di poter conciliare queste cose e chissà continuare a rappresentare le Politiche Giovanili con altri strumenti e altri mezzi.