Servizio civile: quo vadis?

di Gianfranco Mingione

I 60 milioni per il servizio civile ci sono. Approvato l’ordine del giorno presentato venerdì 19 novembre 2010 dal deputato del Partito Democratico Andrea Sarubbi. Sarebbe bello, vero? Peccato non sia andata così, peccato che l’ordine del giorno presentato da Sarubbi, sì quello di cui si parlava pocanzi, sia stato bocciato dal Governo. Si è avverato quanto previsto dal deputato nell’intervista rilasciata al nostro giornale l’11 novembre 2010. E ora ci si domanda: Quo vadis servizio civile? (Gianfranco Mingione)

 

logoserviziocivile

Sarebbe stato bello, dopo mesi passati a riportare di tagli e tagli, che è tutto colpa della crisi e intanto si finanziano progetti come la mini naja, che molti politici enunciano le positività del servizio civile, sarebbe stato bello, appunto, aprire questo articolo con una notizia positiva. Ma così non è e non sarà.

Purtroppo si è avverato quanto si prospettava e per il prossimo anno la situazione del disastrato bilancio del servizio civile si fa ancor piu’ disastrata. Il Governo, nella seduta della Camera del 19 novembre 2010, ha bocciato l’ordine del giorno presentato dal deputato Andrea Sarubbi: “chiedevo indietro i 60 milioni dell’emendamento approvato in Commissione Affari sociali – dove la maggioranza aveva votato con noi, ma non ci avevamo creduto nemmeno un secondo – nonché l’abbandono del progetto della mini-naia, di cui il ministro Ignazio La Russa va particolarmente fiero” (Fonte andreasarubbi.it).

Se la situazione è questa viene facile porsi l’antica locuzione latina, che, difficilmente trova una risposta: Quo vadis servizio civile? Dove vai servizio civile, o meglio dove andrai a finire di questo passo?: “Chiediamo due cose, al Governo, - ha concluso Sarubbi nella presentazione dell’ordine del giorno - la prima è quella di non sottrarre fondi al servizio civile, perché siamo già oltre il fondo del barile: c’è un buco nel fondo del barile. La seconda cosa è di rivedere il progetto della mini-naia, perché per i ragazzi che volessero sperimentare per un periodo limitato cosa significa servire lo Stato da militare, esiste già la possibilità della ferma breve di un anno. Siccome la mini-naia costa 20 milioni di euro, ma con tre settimane nella vita al massimo si fa un reality show, almeno si trovino gli sponsor per finanziare i reality show e non li si paghi con le tasse dei contribuenti” (Fonte andreasarubbi.it).

Se è pur vero che ci sono molte positività di cui parlare, e dalle pagine del nostro giornale cerchiamo di farlo nel migliore dei modi, con la massima interattività con i volontari del servizio civile, diviene sempre piu’ forte la preoccupazione per un’esperienza che viene gradualmente penalizzata con un taglio continuo delle risorse economiche. I soldi non sono tutto, vero, ma come si fa a mandare avanti la baracca senza l’adeguato finanziamento?

Non c’è che dire: come regalo di Natale e augurio per il prossimo anno non poteva andare meglio!